Ieri la Roma ha conquistato una vittoria che vale più dei tre punti sul campo, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. La Corte d’appello federale ha cancellato la squalifica di due giornate di Kevin Strootman, disposta dal giudice sportivo Mastrandrea in primo grado, per la presunta simulazione nel derby dopo una trattenuta di maglia del laziale Cataldi.
rassegna stampa
Caso Strootman, giustizia è fatta
La Corte d’Appello Nazionale cancella le due giornate di squalifica all’olandese che già contro il Milan sarà a disposizione di Spalletti
Il ricorso della Roma è stato accolto perché «esaminati gli atti, la Corte stessa intende precisare che - spiega la Corte sportiva d’Appello - in linea di principio, in tutti i casi di condotta simulatoria l’arbitro vede il fatto ma non percepisce, invece, la simulazione. Pertanto, in linea astratta, il mezzo della prova televisiva è sempre ammissibile laddove l’arbitro abbia visto un determinato fatto ma non abbia percepito la simulazione. Tuttavia, la norma federale in questione pretende che la simulazione abbia il carattere dell’evidenza, nel senso che la condotta simulatoria del calciatore non sia stata, in alcun modo, determinata dal comportamento di un avversario. Nel caso che ci occupa, non può, invece, escludersi che sulla caduta a terra del calciatore Strootman abbia inciso la condotta del calciatore Cataldi consistita nella trattenuta della maglia del primo, comportamento, quest’ultimo, valutato dal Giudice Sportivo come ‘uno dei presupposti comunque incidenti che hanno portato l’arbitro ad adottare il provvedimento di espulsione del giocatore’. Peraltro - scrivono ancora dalla Corte - come correttamente evidenziato dalla Società ricorrente (Roma, ndc), questa Corte non può entrare nel merito della sussistenza del rapporto tra causa ed effetto in un determinato episodio simulatorio».
Una decisione che accontenta la Roma ma che salvaguardia ancora parzialmente l’operato della Procura Federale. Nella sentenza sarebbe probabilmente servito, per evitare analoghi casi in futuro, una specificazione normativa che rendesse un po’ più impermeabile il ricorso alla prova tv da parte della Procura Federale.
Un successo legale, quello firmato dal lavoro dell’avvocato Conte - portato avanti in accordo e con il supporto del dg Baldissoni e dell’ad Gandini - che ha reso felice il presidente Pallotta, soddisfatto «dell’apertura mentale che ha dimostrato di avere la Corte». In precedenza, proprio il dg giallorosso, dopo aver adombrato che in caso di conferma della squalifica si sarebbemessa «a rischio la regolarità del campionato», ha trovato il modo di replicare con ironia alla stilettata di mercoledì dell’ad Marotta («Baldissoni è un tifoso romanista, si confronti con Gandini che conosce bene i regolamenti»): «Ha detto cose giuste perché sicuramente io sono un tifoso e anche abbastanza orgoglioso di esserlo. Ha anche detto che Gandini è serio, preparato e competente, e lo è assolutamente. Mi ha anche suggerito di confrontarmi con lui, ma in realtà già lo faccio tutti i giorni visto che lavoriamo insieme e pensavamo che questo Marotta lo sapesse. Visto che poi, è un grande e bravissimo dirigente, sa perfettamente quanto sia importante che le motivazioni discutibili che sono alla base di questa squalifica, non passino al vaglio della Corte perché sa che è un interesse di tutti mantenere la certezza del diritto».
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