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Carattere più solidità: Gasperini sembra Ranieri. E i risultati arrivano

Redazione
Aspettando i rientri in pianta stabile di Dybala e Bailey - con due centravanti che lo convincono molto poco - è diventato il profeta del corto muso

Il mix tra passato e presente, spiega il primato della Roma. La presenza di Gasperini in panchina non ha cambiato infatti il comportamento degli interpreti in campo, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. O meglio: può averlo certamente affinato, migliorato nell'attacco dello spazio, nella lettura del pressing e nella marcatura uomo su uomo ma la solidità difensiva era il marchio di fabbrica con Ranieri e lo resta anche con il nuovo tecnico. Che a 67 anni ha dimostrato di essere tanto duttile quanto intelligente. Poteva infatti intestardirsi a voler replicare il modello Atalanta anche a Roma. Quando invece ha capito che al momento ciò non è possibile, ha fatto un passo decisivo venendo incontro alla squadra. In quella frase "Devo uscire dalla mia zona di comfort" c'è il segreto della Roma. Una squadra che, aspettando segnali dai nuovi arrivati il cui apporto sinora è stato pressoché nullo, è rimasta la stessa dello scorso anno. E come tale non poteva non ripartire dal suo punto di forza che aveva permesso a Ranieri, nel 2025, di ottenere 49 punti in 20 partite (media 2,45). Gasp ha mantenuto pressoché la stessa velocità di crociera inanellando 5 vittorie in 6 gare (2,5) snaturando però il suo credo. Perché a Bergamo l'idea era quella di fare un gol in più dell'avversario, cosa che spesso e volentieri gli è riuscita viaggiando ad una media di 78 reti a stagione con punte apicali di 98 e 90 centri nel 2019-20 e 2020-21. Ora - aspettando i rientri in pianta stabile di Dybala e Bailey con due centravanti che lo convincono molto poco - è diventato il profeta del corto muso, accontentandosi di 7 reti ma blindandosi dietro, agevolato - e non c'è da vergognarsi - anche dall'episodio che almeno in campionato difficilmente gli ha voltato le spalle.