rassegna stampa

Capello: «Siamo al punto di non ritorno»

Per l'ex tecnico della Roma non devono esistere dei tribunali improvvisati da parte dei tifosi, come accaduto ad esempio anche sabato durante la seduta di rifinitura dell’Atalanta

Redazione

Se parte della tifoseria giallorossa sembra aver voltato le spalle a James Pallotta, il presidente statunitense incassa il sostegno della Figc: «La chiusura della Curva Sud è stato un provvedimento esemplare - ha detto ieri il presidente, Carlo Tavecchio a ForzaRoma.Info, durante un convegno tenuto presso l'università di Economia e Giurisprudenza di Cassino – ed è stato assorbito anche con criterio dalla società giallorossa. Questo fa onore alla dirigenza della Roma. D’altro canto bisognerebbe vietare gli striscioni in tutti gli stadi perché siamo l’unico Paese in cui accade questo».

Proprio la scelta di Pallotta di non presentare ricorso dopo la squalifica comminata da Tosel a seguito degli striscioni esposti all’Olimpico contro la madre di Ciro Esposito (a proposito: ieri i pm Albamonte e Di Maio hanno chiesto il rinvio a giudizio per Daniele De Santis, accusato di aver sparato al tifoso napoletano) ha provocato una frattura con parte della tifoseria che nella notte di lunedì ha esposto uno striscione molto duro nei confronti del presidente a Trigoria, su cui si è soffermato ieri anche Fabio Capello: «Quello striscione non è il punto di non ritorno per Pallotta ma dovrebbe esserlo per tutti.

Io l'ho sempre detto e l'ho sempre fatto. Probabilmente ero uno dei pochi che aveva il coraggio di dirlo – ha affermato l'ex tecnico della Roma da Shanghai per i Laureus Awards – Una delle cose più brutte che mi è capitata nel calcio è quando, dopo la sconfitta che subimmo contro l'Atalanta in coppa Italia (nell’anno del terzo scudetto, ndc), arrivarono i tifosi della Roma, gli ultras, e noi dovemmo andare lì di fronte. Io ero assolutamente contrario a questa decisione, però il presidente disse che dovevamo fare questo ed essendo un dipendente ho accettato, ma malvolentieri, infatti rimasi molto lontano dalla rete, andò a parlare Totti e basta». Per il tecnico friulano non devono esistere dei tribunali improvvisati da parte dei tifosi, come accaduto ad esempio anche sabato durante la seduta di rifinitura dell’Atalanta: «Dobbiamo essere giudicati per quello che facciamo e non davanti a dei tribunali inventati da persone con la fedina penale non puramente pulita – le sue parole -. E' il limite principale in tutti i posti, non solo a Roma, non vedo per quale motivo uno deve fare questo. Sono dispiaciuto che questo succeda continuamente e non si prendano delle decisioni serie».

ALLERTA DERBY PRIMAVERA -  Intanto oggi si riunisce l’Osservatorio: tra i vari temi affrontati, si parlerà anche dei derby Primavera di coppa Italia, il primo in programma all’Olimpico il 24 aprile (il ritorno ci sarà il primo maggio).