rassegna stampa

Calcioscommesse: Ilievski, nuove rivelazioni e i laziali ora tremano

Sembrava finita, invece riparte il tam-tam per le “bombe” di Ilievski esplose a Cremona: «Dove sono le prove? Solo per la Lazio non vale il principio del ne bis in idem?»

Redazione

Mauri ancora alla gogna, c'è di nuovo tanta apprensione fra i tifosi laziali. Sembrava finita, invece riparte il tam-tam per le “bombe” di Ilievski esplose a Cremona: «Dove sono le prove? Solo per la Lazio non vale il principio del ne bis in idem?», si chiedono i tifosi. A far più paura è soprattutto l'ultima frase sibillina di Palazzi, dopo l'incontro col pm Di Martino: «Studieremo la questione, la valuteremo e agiremo secondo le modalità previste dalla normativa».

L'articolo 39 del codice di giustizia sportiva consentirebbe la revocazione dei processi sportivi innanzi alla Corte Federale d'appello, nel caso in cui ci fosse in primo grado una condanna penale per associazione a delinquere o semplice frode. Ma dovrebbero essere emersi “fatti nuovi” o “prove decisive”.

Non solo: la norma è stata rivista e ora esclude l'impugnazione delle decisioni adottate dagli Organi della giustizia sportiva da parte della Procura Federale, quindi da Palazzi. Dovrebbe intervenire direttamente il presidente della Figc Tavecchio per far rivedere il processo sportivo alla Lazio dell'”amico” Lotito. Una responsabilità oggettiva biancoceleste rimane al momento un miraggio. Nonostante faccia pressione il pm Di Martino, che ieri – e lo rifarà lunedì - ha messo di nuovo sotto torchio Ilievski («Diedi 60 mila euro a Bettarini per conto di Mezzaroma»): «Alcune posizioni presentavano profili di incertezza che oggi, grazie a quanto detto dal macedone, a mio giudizio non ci sono più».