Edoardo Bove era in tribuna a Bologna mentre il suo amico fraterno Flavio Cobolli lottava in campo per conquistare l'accesso alla finale della Davis contro Bergs, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. Si sono conosciuti nelle giovanili della Roma, poi hanno intrapreso strade diverse ma l'affetto è rimasto intatto: "Non posso nascondere che ero teso, so quanto Flavio tiene alle coppa Davis", ha detto Bove l'indomani la vittoria dell'azzurro contro il belga. Un trofeo unico nel suo genere che permette al tennisti di sentirsi una squadra e lottare insieme per un obiettivo comune: "Per certi versi questo suo attaccamento deriva dalla passione per il calcio: il tennis lo ha portato ovviamente a coltivare uno sport individuale e quella è una delle rare occasioni in cui puoi andare oltre te stesso, sentirti parte di una squadra, supportare i tuoi compagni e ricevere il loro sostegno. Per di più in Coppa Davis rappresenti l'Italia, è il massimo", spiega Bove.

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Bove: “Cobolli è un vincente. Mi ha regalato un’emozione”
Un match infinito combattuto con cuore, mente e muscoli, alla fine Flavio ha esultato come un calciatore: "Lo capisco e il motivo va ricercato in quello che spiegavo prima: per lui è stata una liberazione. Ma adesso non è finita". Sette match point annullati, sesto tie-break più lungo della storia della Coppa Davis e una partita durata oltre tre ore che Bove ha vissuto sugli spalti con enorme trasporto: "Ha provato in tutti i modi a sollecitare il mio cuore, ma non ci è riuscito! Battute a parte, mi ha regalato davvero una grande emozione. Dove può arrivare? E un vincente e nel punto a punto dà il meglio. Questa dote o ce l'hai o è difficile costruirla". Insomma, un'altra soddisfazione per Edo dopo aver presentato in Senato, assieme al senatore Marco Lombardo, un disegno di legge sul primo soccorso che porta il suo nome. A quasi un anno dal malore durante Fiorentina-Inter, si è posto l'obiettivo di salvare vite e questo è solo il primo passo.
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