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Il Messaggero

Bonucci, quei dubbi che vanno oltre ogni necessità

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Bonucci sa che troverà una buona parte di ambiente ostile; sa che non può sbagliare e sa che l'unico che può tamponare ogni tipo di malumore della piazza è Mourinho. Così come fece Capello nel 2001 con Panucci.
Redazione

Il problema non è (tanto e solo) se Leonardo Bonucci sia, o quanto sia, juventino, questo lo sappiamo e i romanisti se nc sono accorti in tutti questi anni di intensa rivalità; semmai, il problema è come sta realmente Leonardo Bonucci da un punto di vista fisico e mentale. Come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, su di lui, nessuno a Trigoria pensa di costruire il futuro, vistoche parliamo di un giocatore di anni 36. Il futuro è oggi, al massimo domanie le questioni da considerare sono almeno due. 1) Non ci sono abbastanza soldi “disponibili” per azzardare un acquisto top o che si avvicini al top. I giovani bravi costano e li vogliono tutti. Il parametro zero, stagionato e o a pezzi, cio la cosiddetta scommessa, non è più l'eccezione ma la regola. 2) La Roma è senza difensori, non ha più il perno della difesa, Smalling, e da gennaio (mancherà anche Ndicka perla Coppa d'Africa) ricominciano i grandi impegni, compresa la Coppa Italia, che potrebbe regalare un derby in più.

Ciò che conta conoscere oggi. appunto, lo stato fisico di Leo, che di sicuro avrà le motivazioni giuste, visto che vuole giocarsi la chance per partecipare al prossimo Europeo. L'impressione è che un po' di difficoltà fisico-muscolari siano sopraggiunte. Nell'ultima stagione italiana, Leo ha dovuto saltare, per guai di varia natura, una ventina di partite.  L'età c'è e pesano le 679 battaglie disputate nella sua lunga carricra. Il rischio, insomma, c'è, anche se a basso costo, Bonucci ha voglia di rimettersi in corsa e prendere l'ultimo treno, che per tanti anni è stato pieno di “nemici”. Sa che troverà una buona parte di ambiente ostile; sa che non può sbagliare e sa che l'unico che può tamponare ogni tipo di malumore della piazza è Mourinho. Così come fece Capello nel 2001 con Panucci, prendendosi lui la responsabilità di accogliere un calciatore che, almeno all’inizio, la tifoseria rifiutava. Un'operazione, insomma, sicuramente necessaria ma non per tutti esaltante, portata avanti da Tiago Pintoe avallata (e non c'è alternativa) da José Mourinho. Entrambi a scadenza di contratto. Proprio come Bonucci.

 

 

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