«Io non voglio sapere niente. Della mia situazione si occupa il mio manager, io penso solo alla gara di Spalato. Tanto presto tutto sarà chiaro: devo aspettare ancora poco, al massimo il venticinque giugno». Indica la data, termine ultimo per risolvere le comproprietà, e non la destinazione. Andrea Bertolacci, possibile titolare della Nazionale di Conte contro la Croazia, non sa ancora per quale club giocherà nella prossima stagione. E' quantomeno strano che sia apprezzato a Coverciano e che invece non riceva la stessa considerazione.
rassegna stampa
Bertolacci, in azzurro ma senza destinazione: il futuro in giallorosso è ancora da decifrare
Il centrocampista è in comproprietà tra il Genoa e la Roma e per riscattarlo il club giallorosso rischia di doverlo riacquistare spendendo 6 milioni di euro
EQUIVOCI E DUBBI - Bertolacci, 24 anni, è in comproprietà tra il Genoa e la Roma. Per riscattarlo, però, il club giallorosso rischia di doverlo riacquistare. Con 6 milioni. Anche se il prezzo è da definire, per accontentare il presidente rossoblù Preziosi che vorrebbe 7,5 milioni. Ma se il ritorno alla base sembra quasi sicuro, non è certa la conferma del centrocampista nella rosa per la nuova stagione. E qui nascono le perplessità. Non si capisce come la Roma possa rinunciare a uno dei migliori giovani del nostro calcio, tra l'altro cresciuto proprio a Trigoria, e magari cederlo a qualche squadra di primo piano (il Milan si è già mosso con il procuratore e con il Genoa). Non sono i tempi di rafforzare le rivali, soprattutto quando non si hanno certezze sui tempi di recupero di Strootman, il più completo dei centrocampisti giallorossi.
REQUISITI E AMBIZIONI - «Questa è stata la migliore stagione della mia carriera. Sicuramente bellissima. Perché ho dimostrato di essere pronto per i palcoscenici più importanti». Il messaggio è per la Roma. Non l'unico. C'è anche quello più diretto. E significativo. Sul ruolo. «A centrocampo ho giocato a due e a tre. Posso fare la mezzala e il regista. Mi trovo bene in entrambe le posizioni e mi sembra che si è visto. E pensare che il mio idolo è stato Roby Baggio che non c'entra niente con il mio ruolo: mi ero fatto crescere pure il codino che mia madre, una volta tagliato, ancora conserva». D'attualità è comunque il presente e non il passato. Bertolacci, attraverso il suo manager, è stato chiaro con i dirigenti giallorossi. Alla sua età, e con l'esperienza di questa stagione, non può più guardare gli altri giocare. Restare a Trigoria per fare qualche presenza e tanta panchina non gli basterebbe più. Ha chiesto chiarezza. E soprattutto spazio.
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