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Ridateci la Roma. Qualcuno l'ha nascosta e - speriamo - non portata via per sempre, ma dopo quello che abbiamo visto a Firenze il timore che il giocattolo rotto nell'ultimo anno non si riaggiusti più è molto forte, scrive Paolo Liguori su Il Messaggero. Perché non è chiaro chi dovrebbe intervenire: la proprietà è assente da oltre 40 giorni, si è manifestata solo con alcune azioni indirette, come il licenziamento dell'ad, l'acquisto di una quota dell'Everton, qualche parola (in francese) di Ghisolfi e la conferma a tempo dell'allenatore. Tra silenzi e assenze, i commentatori non sanno fare di più che sottolineare le parole che i pochi coraggiosi che indossano la maglia giallorossa pronunciano, con grande sofferenza. E meno male che qualcuno parla, altrimenti il clima sarebbe surreale. A quei ragazzi tocca oggi il compito di portare a casa i tre punti, per evitare un tracollo ancor maggiore e, paradossalmente, lo devono fare contro una delle poche squadre di proprietà italiana, con un Presidente (Cairo) proprietario di una quota importantissima di informazione sportiva. Come si fa a non essere dalla loro parte, nonostante tutto? E speriamo che la squadra abbia davvero stipulato un patto per restare in piedi, evitando le sirene che, dall'interno, hanno convinto già Bove e prima di lui Frattesi e Calafiori a cercare successo e soldi altrove. Resta l'assenza scandalosa della proprietà, che ha un tratto di arroganza e disprezzo verso squadra, tecnico e soprattutto tifosi. Ho vissuto altri momenti bui della Roma in passato e sempre ne siamo usciti tutti assieme, i Friedkin non si è capito dove vogliono andare e con chi. Non importa, la Roma resta nel nostro cuore.
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