Patron della Spes Montesacro, la vita di Alberto Aquilani ricomincia dove era cominciata. Aquilani, la dobbiamo chiamare presidente? «Beh, in effetti ora che sono invecchiato...», risponde l'ex centrocampista giallorosso intervistato da Gianluca Lengua per Il Messaggero.
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Aquilani: “Sarò presidente di nuovi talenti”
Dalla Spes alla Spes Montesacro, l’ex giallorosso torna a casa e diventa dirigente: "Ero un figlio di Roma, oggi sono figlio del mondo: ho tanto da insegnare ai giovani"
Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni: "La carriera da calciatore? Non ho messo ancora un punto. Ho rescisso con Las Palmas e dopo tanti anni sono tornato a Roma, ho girato molto e sta nascendo una nuova vita: ho altre aspettative e altre priorità. Mi sento ancora atleta, quindi mi alleno. Ma non voglio giocare tanto per farlo. Deve essere un qualcosa che mi stimoli".
Da dove è nato l'impulso di acquistare la Spes? "Dico la verità: non avevo intenzione di comprare una società. La Spes Montesacro è una scelta affettiva, perché ho acquistato il club che mi ha dato l'opportunità di sognare e di avere tutto quello che ho oggi. Lì ho cominciato e quando il mio amico Alessio Peciarolo mi ha chiamato parlandomi di questa possibilità ho sentito il dovere di fare qualcosa. Nonostante l'ottimo lavoro dell'ex presidente Di Clemente, mi sono sentito di doverla prendere e cercare di trasmettere la mia esperienza ai più giovani".
Sarà un presidente presente? "Vorrei essere una figura di riferimento per i giovani e per i genitori, per dar loro qualsiasi aiuto. Cercherò di trasmettere le mie idee agli allenatori, di portare un'etica e proverò a far capire che ci sono le regole. Voglio che la Spes diventi una società modello".
Le piacerebbe lavorare con Bruno Conti? "Magari. Se vuole Per noi di quegli anni è stata una figura importantissima: ci coccolava, ci voleva bene e ci aiutava. Credo, però, che quelle generazioni non esistano più, noi vivevamo di pane e calcio, oggi magari il ragazzino ha molte più distrazioni. Il mondo va più veloce e mi piacerebbe far capire ai giovani che tutto parte dai campi di terra dove ho cominciato io"-
Quanto ha inciso suo padre nella carriera? "È stato fondamentale. Ma il genitore oggi può esserlo al contrario: dando consigli sbagliati".
Totti cosa le ha detto di questa nuova avventura? "Con lui parliamo poco di lavoro e tanto di altre cose. Sicuramente gli chiederò qualche consiglio, ma lui per me è un amico".
Che tecnico è Di Francesco, visto che l'ha allenata? "Per lui ho solo parole positive: è una persona seria, un allenatore competente che insegna calcio. È l'uomo giusto per far crescere la Roma. Non scordiamoci che sono sempre i giocatori ad andare in campo".
Da presidente a presidente: cosa consiglierebbe a Pallotta per migliorare la sua gestione? "Sono stato a Trigoria venti giorni fa e all'Olimpico per Roma-Real Madrid e Roma-Sassuolo. Ho trovato una società cambiata, un livello altissimo, è diventata di una bellezza impressionante. Io che ho girato i grandi club dico che non ha nulla da invidiare a nessuno. A Trigoria stanno facendo un grande lavoro, ma purtroppo si viene giudicati per i risultati".
È vero che farà il corso di allenatore? "Sì, perché mi piace imparare cose nuove ed è una cosa a cui posso ambire. In testa ho un'idea di calcio precisa e vedremo se sarò in grado a trasmetterla".
A quale tecnico si ispira? "A De Zerbi del Sassuolo".
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