rassegna stampa

Anche dalla Sud cori contro Napoli

LaPresse

Di Francesco: "Quando parlo di stop intendo cori più gravi, qualcosa di più offensivo, come quelli contro il colore della pelle"

Redazione

Poco importa che siano cori che ogni domenica vengono intonati allo stadio, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. E interessa ancora dimeno l’opinione pubblica che in curva vengono cantati da una decina di anni. In un momento di massima attenzione e sensibilità – a seguito della vicenda Koulibaly – ieri sera non sono passati inosservati e inascoltati alcuni cori di discriminazione territoriale contro Napoli ("Odio Napoli") e contro i carabinieri, partiti dalla curva Sud durante la partita di Coppa Italia con l’Entella.

A lanciare la notizia ci pensa l’Ansa alle ore 22.33 ma dallo stadio i cori sono udibili anche prima. Come il canto intonato prima della gara – accompagnato nella ripresa da cori di odio verso Liverpool, Juventus e Bergamo - contro le forze dell’ordine. In precedenza da segnalare anche un coro, più ristretto, "Vesuvio lavali col fuoco".

Ora cosa accadrà? A Trigoria si professano tranquilli. Da quattro anni la discriminazione territoriale non viene più punita con la chiusura del settore o della curva, perché non costituisce più un comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ossia quella condotta che, ex art. 11 del Codice di Giustizia Sportiva, era da considerarsi, direttamente o indirettamente, di "origine territoriale".

Sul tema è intervenuto nel post-gara anche Di Francesco: "Sinceramente non li ho sentiti anche se sono comunque contrario, ma quando parlo di stop intendo cori più gravi, qualcosa di più offensivo, come quelli contro il colore della pelle".