rassegna stampa

Le ali volano, Mattia fa gol ma non basta

Le soluzioni offensive sono tante e sembrano affidabili. La Roma ha dimostrato di saper giocare sia con il falso centravanti, Totti, sia con quello vero, Destro.

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C’è sempre un lato positivo in ogni cosa. Se Rudi Garcia, la sera di Roma-Fenerbahce, si è messo le mani sui capelli guardando i meccanismi difensivi, di sicuro potrà essere soddisfatto di ciò che la sua squadra ha fatto vedere dalla metà campo in su. Le soluzioni offensive sono tante e sembrano affidabili. La Roma ha dimostrato di saper giocare sia con il falso centravanti, Totti, sia con quello vero, Destro. E’ chiaro che da qui fino alla fine del mercato, c’è solo la certezza che resti il capitano, mentre per Mattia tutto è aperto. Certo, se va via Destro, comunque arriverà un centravanti e Garcia lo vuole con caratteristiche diversa da Destro (e Borriello). Mattia si è risvegliato, ha superato quache problemino fisico che gli ha impedito di giocare le due amichevoli in Austria. Non sarà mai un centravanti che metterà d’accordo tutti (e forse nemmeno Garcia, che preferisce un nove di movimento), ma le sue capacità realizzative sono sotto gli occhi di tutti (ha terminato la scorsa stagione con 20 presenze e 13 reti in campionato, con una media di una ogni 93 minuti, la migliora della Serie A). Destro può giocare con due ali vere, Iturbe e Gervinho o con una alla Ljajic, un po’ più complicata la convivenza con Totti, visto che alla fine vanno a occupare lo stesso spicchio di campo. I due gol dell’altra sera lo rilanciano agli occhi dei tifosi, dei suoi denigratori e di quelli che lo vogliono acquistare, dalla Premier alla Bundesliga.

LA FASCE VELOCI - Gervinho conferma di essere Gervinho: corre e qualcosa succede. Garcia lo utiizzerebbe anche come centravanti. Iturbe pian piano migliora nella condizione fisica e nella considerazione di se stesso all’interno del gruppo. Contro il Fenerbahce è stato decisivo. E’ chiaro che, con loro due contemporaneamente in campo, la squadra soffre, visto che al momento ha solo un incontrista in palla, Nainggolan.

ALESSANDRO UN PROBLEMA -  L’impressione è che stia pian piano sparendo dal parco attaccanti il nome di Alessandro Florenzi. Là davanti c’è il pienone e in più è arrivato un calciatore, Iturbe, su cui il club ha investito molti milioni. Florenzi lo scorso anno è stato un equilibratore col vizio del gol. Ora prova a farsi largo in altri ruoli, ma il rischio è perdere l’identità, anche in vista di una convocazione in nazionale. Ha un contratto che scade nel 2016, guadagna “poco” e, vista l’aria, non firma il rinnovo. E’ infastidito: da titolare d’attacco rischia di diventare la riserva di Torosidis. Non benissimo.