Ci sono dati che non possono, anzi non devono essere trascurati: la Roma, dopo 11 partite di campionato, in classifica ha soltanto 16 punti. Questo significa, scrive Mimmo Ferretti su Il Messaggero, che il secondo/terzo posto è sempre più lontano, 9 lunghezze, e che il quarto continua tristemente ad essere turno dopo turno sempre più una speranza che un traguardo.
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Al di là dell’ingiustizia, il malato è ancora grave
Il secondo/terzo posto è sempre più lontano, 9 lunghezze, e il quarto continua tristemente ad essere più una speranza che un traguardo
Anche a Firenze, la Roma ha confermato di essere una squadra malata, ma il problema più grave è che ancora non si è capito bene di quale male soffra. La Roma gioca un calcio tutto suo, spesso inspiegabile, fatto di tante cose brutte e solo alcune carine. Nello specifico, la partita del Franchi è stata pesantemente condizionata in negativo da un calcio di rigore ai limiti del ridicolo: questo ha inciso profondamente sul risultato, ma - al di là delle sacrosante recriminazioni del club - il fattaccio non deve diventare il pretesto, l’occasione per accampare alibi. Se si vuole andare avanti, se si vuole crescere.
La Roma non dà mai la sensazione di essere padrona della situazione, anche quando, come accaduto ieri, ha gestito a lungo la partita. Ma l’ha fatto con un andamento troppo lento, con una macchinosità imbarazzante sul piano della manovra, mai realmente fluida, e con la scarsa tigna di molti suoi elementi. Giocatori che hanno la grinta di una formica e la forza di un lanciatore di coriandoli sono peggio di Orsato e Banti abbracciati sotto la foto di Rizzoli.
Se l’obiettivo, a questo punto, è diventato soltanto il quarto posto (e soltanto a scriverlo vengono i brividi...), c’è l’assoluta necessità di darsi un’immediata svegliata, di cambiare passo perché la strada è (tanto) in salita. A patto che non si voglia puntare tutta la stagione sulla vittoria della Champions League. Oh, è una battuta...
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