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Ahi Roma: Zaniolo è un caso

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Nicolò viene escluso dal primo test della stagione: il club parla di lombalgia, il suo entourage nega. Mou aspetta rinforzi, ma prima bisogna vendere

Redazione

Con la questione che riguarda Nicolò Zaniolo si è aperta la stagione ed era largamente prevedibile. Il gol del golden boy a Tirana sembra un ricordo lontano, da quella sera i rapporti con la Roma sono cambiati, anche - ma non solo - per colpa di quell’intervista nella quale Zaniolo aveva aperto a un futuro lontano da Roma. Il problema è noto: il suo contratto non è stato trattato, le parti, per volontà della società, si aggiorneranno a settembre, a mercato chiuso. Nel frattempo il giocatore, stanco della situazione, come scrive Alessandro Angeloni su 'Il Messaggero' si sente in vendita, ma il prezzo che ha fissato la Roma è alto (50 milioni) e di certo non agevola trattative rapide.

Prezzo che dà un segnale di forza al calciatore e in generale agli altri club: noi vendiamo a quanto diciamo noi. Giusto. Ma questo ha conseguenze sull’umore di Nicolò, che freme e soffre pure il fatto di dover affrontare in queste condizioni il ritiro in Portogallo. Vorrebbe che la situazione si risolvesse presto. Ma ad oggi, che non gira un euro, è impensabile e lui è una sorta di separato in casa. L’altra difficoltà è legata alle altre cessioni. La strategia della Roma è chiara, fuori uno e dentro un altro. Veretout, calciatore notoriamente sul mercato, è ancora a Trigoria. Non parte finché non arriva qualcuno, ma qualcuno arriva se va via un altro e siamo al punto di partenza. Morale: ora c’è bisogno di Jordan. Stesso dicasi per gli altri esuberi, a cominciare da Villar (c’è il Monza) e Diawara (che tratta con società tedesche ma ancora non si vede la luce). Darboe è tra i partenti così come Kluivert. Il mercato è in continuo divenire e può finirci dentro anche El Shaarawy, pure lui in partenza per il Portogallo.

In entrata si parla di tanti nomi, da Frattesi a Zaha (la Roma studia un’offerta, con

dentro Felix), da Douglas Luiz a Aouar, fino al sogno Dybala (che Mourinho accoglierebbe a braccia aperte) e Solbakken (che tra l’altro si è lussato una spalla), tutti nomi più o meno credibili, a patto che si cominci a cedere qualche pezzo di una rosa che Mourinho non ritiene funzionale al suo progetto tecnico per poi fare i conti sugli investimenti da sostenere.