Il problema non è ancora stato risolto. I tifosi, i veri protagonisti del nostro calcio, dove vedranno le partite del prossimo campionato? Nessuno lo sa, scrive Il Messaggero.
rassegna stampa
Adesso la serie A rischia di partire senza le dirette
Preoccupazione tra i tifosi ma anche per tanti club medio-piccoli che rischiano di non potersi iscrivere al campionato
MediaPro ha una scadenza: può impugnare la sentenza entro 15 giorni e presentare entro il 22 maggio la fideiussione di 1,2 miliardi di euro iva compresa (prima tranche di 64 milioni già versata). Se non dovesse farlo si aprirebbero due scenari importanti: la Lega, rispettando i parametri della legge Melandri, si riprenderebbe i diritti e con un partner (Mediapro, ovvio) potrebbe seguire la strada del canale privato (Juve e Roma contrarie). Se sarà così, Sky però è pronta a rivolgersi nuovamente al tribunale.
Una seconda via potrebbe mettere d’accordo tutti: nuovo bando e nuova asta. Unica controindicazione i tempi troppo lunghi. Ma potrebbe esserci anche una terza strada: nell’assemblea del 22 maggio (o magari già il 15?) il commissario Malagò potrebbe portare le offerte di Sky (750/800 milioni) e di Perform (140 mln), ma i presidenti dovrebbero accontentarsi di una cifra inferiore rispetto al miliardo e 50 milioni di Mediapro.
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