Alla fine tra la Roma e la Lega di Serie A sono volati gli stracci, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. Una battaglia senza esclusione di colpi tra lettere, pressioni, telefonate, votazioni, comunicati e ripicche. L'epilogo è stata una nota emessa dai giallorossi dopo che la Lega aveva rigettato la proposta di non giocare i 18 minuti e 30 secondi di Udinese-Roma il 25 aprile. I minuti rimanenti si disputeranno il 25 alle ore 20, orario deciso dal club per cercare di concludere la trasferta in giornata. La tensione è stata talmente alta che sono slittati anche gli orari degli anticipi e posticipi della Serie A, previsti ieri per le 12. Ognuno in questa storia ha cercato di fare i propri interessi e alla fine a rimetterci è stata la Roma, che probabilmente aveva avanzato una richiesta condivisibile, ma che regolamenti e burocrazia non hanno reso attuabile. Andiamo con ordine. Il club aveva chiesto di giocare a Udine nel mese di maggio ed evitare come data il 25 aprile per non ingolfare il proprio calendario che prevede le gare contro Bologna (22) e Napoli (28) e salvaguardare la preparazione alla sfida europea contro il Bayer Leverkusen (2 maggio). Ad opporsi, Empoli e Verona e l'Atalanta in corsa per la Champions. I bergamaschi vogliono conoscere il risultato del Bluenergy Stadium prima di scendere in campo per il recupero contro la Fiorentina e così regolarsi sulla corsa Champions: "Il Consiglio ha confermato l'applicazione dell'articolo 30, comma 3, dello Statuto della Lega Serie A, che prevede che la prosecuzione delle gare interrotte, sia effettuata entro 15 giorni dall'avvenuta interruzione", ha comunicato la Lega.
Il Messaggero
A Udine si gioca il 25. Il club: “Ingiustizia”
Giocare a maggio, inoltre, avrebbe significato poter anticipare la partita contro il Napoli a sabato 27 aprile. Nella lettera alla Lega la Roma lo ha chiesto espressamente. I tedeschi, infatti, già vincitori del campionato, affronteranno lo Stoccarda il 27 e non domenica 28. La Roma ritiene che sia di comune interesse per la Serie A che i club italiani siano supportati in termini di programmazione al fine di guadagnare possibili slot Champions per la stagione attuale e le successive. A Trigoria (la Ceo Souloukou furiosa dopo la decisione) hanno provato a rendere la vita più facile a De Rossi, ma il calcio italiano ha fatto muro.
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