(Corriere dello Sport - S.Di Segni) L’iscrizione al prestigioso circolo degli “scassinati” è un’onorificenza della quale Erik Lamela avrebbe fatto volentieri a meno. E’ una specie di Tapiro, più difficile da mandare giù: furto con scasso, anzi, furto con assist, perché l’argentino aveva dimenticato di chiudere con tutte le mandate la porta del proprio appartamento. El Coco ha ritirato il premio lunedì sera, poteva andargli decisamente peggio: si era trasferito da pochi giorni nella nuova residenza in via Amsterdam e il trasloco da quella vecchia all’Axa non era ancora ultimato. “Tecnologie varie”, computer, orologi di plastica, è il bottino che due ladri hanno sottratto al giocatore della Roma nel cuore del quartiere Torrino, stessa casa abitata lo scorso anno da Fernando Gago.
rassegna stampa
Furto con assist a casa di Lamela
(Corriere dello Sport – S.Di Segni) L’iscrizione al prestigioso circolo degli “scassinati” è un’onorificenza della quale Erik Lamela avrebbe fatto volentieri a meno. E’ una specie di Tapiro, più difficile da mandare giù: furto...
REFERENZE - Con il fratello Axel ha anche avuto modo di incrociare lo sguardo dei furfanti: i due Lamela rientravano da una cena, gli ospiti sgraditi avevano appena portato a termine il lavoro. Si sono incrociati sulle scale, non si è trattato di una conoscenza approfondita, per le referenze degli intrusi è stato necessario arrivare sul pianerottolo, notare la porta semichiusa e prendere visione del “colpo”. Il caso è stato preso in consegna dai carabinieri dell’Eur, mentre il ragazzo non è parso particolarmente turbato per l’accaduto: la magra consolazione, oltre all’entità della rapina, è una storia di illustri predecessori e di episodi ben più scioccanti.
TRADIZIONE - Di certo non potrà farne una questione di rispetto, il giovane Lamela, se a Diego Armando Maradona fu sottratto un Pallone d’Oro e altri oggetti di valore a Posillipo nel 1989: sacrilegio dei sacrilegi. E neanche potrà sperare di trovare sulla sua strada ladri-tifosi come quelli che nell’aprile del 2011 entrarono in casa Curci, a Genova nel periodo blucerchiato dell’ex portiere giallorosso: non se la sentirono di sottrarre la maglia di Totti, mentre misero nella refurtiva quella di Cassano. Piuttosto, l’occasione sarà servita ad Erik a prendere cognizione e contromisure sui rischi che si corrono quando si è star ben pagate. Da Sebino Nela a Christian Panucci, da Emerson a Olivier Dacourt, fino a Juan e Gabriel Heinze: il club degli “scassinati romanisti” conta diversi iscritti.
CHOC - L’episodio più spiacevole capitò a Philippe Mexes: il francese subì due furti e altrettante notti da incubo. La prima volta fu da brividi: auto rubata con la figlioletta di un anno a bordo, il lieto fine con il ritrovamento di lì a pochi minuti. In un’altra circostanza la moglie del difensore accese le luci di casa sui rapinatori in fuga a volto coperto. Un’esperienza simile toccò lo scorso anno ad Heinze: lo spiacevole incontro toccò al figlio dell’argentino, il piccolo Austin, i malviventi si dileguarono a bordo di una Audi S8 e una Mini cooper, entrambe ritrovate nel giro di 24 ore. Decisamente più sfortunato risultò Jeremy Menez: il fagotto fatto nella casa all’Axa ammontava a circa 100 mila euro, tra orologi e altri preziosi. Supermarco Delvecchio fu colpito negli affetti, perché il danno ammontò a sacchi di maglie di Roma e Ascoli (e oggetti in oro per 5 mila euro). Quello subito da Juan, invece, fu un vero e proprio blitz: tre minuti, il tempo di “beccare” orologi e gioielli della moglie del brasiliano, operazione lampo. Riuscita.
BERSAGLIO BOEMO - L’ultimo giallorosso derubato è il primo rappresentante della comitiva: si era già promesso alla Roma, Zdenek Zeman, quando i ladri entrarono nel suo appartamento a Pescara e portarono via orologi, carte di credito e portafogli. E pensare che il boemo aveva appena ottenuto la promozione con gli abruzzesi. Ma che ne sapevano quei mascalzoni del 4-3-3...
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