rassegna stampa

Zeman: “Roma, sono pronto”

(Corriere dello Sport – A.Ghiacci) La giornata sembrava conclusa. E non c’erano stati aggiornamenti particolari.

Redazione

(Corriere dello Sport - A.Ghiacci) La giornata sembrava conclusa. E non c’erano stati aggiornamenti particolari.

Che il ritorno di Zeman alla Roma fosse ormai a un passo lo si era capito da giorni. Ma ieri sera, quando mancavano pochi minuti alle undici, sui televisori è apparso lui, con quell’aria che non è mai cambiata e mai, probabilmente, cambierà. Un urlo in redazione: «Silenzio!» . Da quel momento anche gli ultimissimi dubbi sono spariti in un attimo. Perché tra la sorpresa e i sorrisi che come sempre non ha smesso di provocare in chi lo ascolta, il tecnico boemo ha cominciato a parlare da prossimo allenatore giallorosso. Si parte dal passato, da tredici anni fa, quando lasciò Trigoria. Oggi torna per rivincita? O perché è una grande opportunità? «Per tutte e due le cose - ha detto ai microfoni di Sky Sport - Anzi, forse per rivincita no. Andai via perché dovevo, per un problema politico. Quando scoppiò lo scandalo (si riferisce alla sua denuncia contro il doping, ndr) la Roma ha perso più di venti punti per decisione di altri, e con venti punti in più saremmo stati competitivi. Ma forse la Roma fece bene a non continuare con me. Ora ho parlato con la società giallorossa, siamo a buon punto» .

ARRIVO - Ormai manca poco. Tanto che Zeman parla degli allenamenti che imposterà a Trigoria. Ma chiederà solo giovani o anche campioni affermati? «Si dice che i miei allenamenti siano duri ma credo che ci siano altri sport molto più duri, il calcio è divertimento. A me piace la gente che vuole migliorarsi e questo accade a quelli che hanno 18 anni o a quelli che ne hanno 30» . E siamo a Totti. Con lui divenne campione. Oggi che ruolo avrà? «E’ presto per parlarne...» . Solo un attimo di pausa. «Se Totti dimostra che di stare bene giocherà sempre» . Poi però, il concetto si allarga. e allora ecco il vero Zeman-pensiero: «Io ho sempre fatto giocare solo per questioni di merito e non per il nome. Incide ciò che si fa sul campo» . Semplice. Almeno per lui, sempre tranquillo. Anche quando dà risposte che altri avrebbero evitato tra mille giri di parole. «Se uno rende gioca, se non rende non gioca. A prescindere da nome, cognome e data di nascita» . Ma è noto che Zeman ha sempre puntato forte sui giovani. Come mai? «E’ normale che i ragazzi giovani hanno più motivazioni, perché devono crescere, andare avanti, farsi vedere. Mentre un campione certe volte in campo lascia qualcosa perché sa di avere delle doti che i giovani avranno solo dopo tanto tempo» .

MERCATO - Zeman di nuovo alla Roma. tanto che si parla anche di mercato. Il timore della tifoseria giallorossa è che con Zeman la società possa dar vita a un mercato “povero”, senza grandi colpi: «Ma non è vero, perché io in carriera ho allenato anche tanti grandi campioni, che si impegnavano, che volevano crescere e avevano voglia di imparare anche a 34 anni. E ho avuto anche tanti giovani che non avevano voglia di soffrire. Non decide l’età, decide cosa si ha voglia di fare, se si ha voglia di prendere la professione sul serio, se si vuole dare sempre tutto» . Ma se Montella non ha accettato perché gli veniva offerto meno di 1,6 milioni di euro che avrebbe preso Luis Enrique, vuol dire che Zeman ha accettato un ingaggio minore? La risposta? Semplicemente geniale, soprattutto perché pronunciata con quell’inconfondibile ghigno: «Ma non so quanto prendeva Luis Enrique e non mi interessa... Tirate a indovinare»