(Corriere dello Sport - G.D'Ubaldo) Zeman e De Rossi, quel feeling che non è mai sbocciato. Un rapporto difficile sin dai primi giorni, ma senza avere all’origine uno scontro, un litigio. >Certo, i caratteri sono spigolosi. Zeman preferisce scherzare con i giovani (in particolare Florenzi) o con Totti, che conosce da una vita. De Rossi può aver mandato a quel paese un collaboratore del boemo, o può essere arrivato tardi (al massimo tre volte) all’allenamento, ma non è questo il punto.
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Zeman-De Rossi, quanti equivoci mai chiariti
(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) Zeman e De Rossi, quel feeling che non è mai sbocciato.
Quest’anno con Zeman la regola è arrivare a Trigoria mezz’ora prima dell’allenamento. Basta un imprevisto per presentarsi in ritardo. Il muro che divide i due è frutto di una serie di equivoci mai chiariti. E i dirigenti non sono mai intervenuti per ricomporre il rapporto tra l’allenatore scelto e il giocatore più pagato.
Le distanze tra i due sono aumentate per una serie di dichiarazioni. Zeman appena arrivato annunciò che De Rossi non è un centrale. L’azzurro disse che si aspettava di trovare Montella, perché così gli avevano assicurato in società. E il giocatore è salito nella palazzina dirigenziale nel corso della stagione a manifestare le sue inquietudini. Poi Zeman è rimasto deluso dalle frasi di De Rossi dopo Juve-Roma («chi parla di scudetto fa il male della Roma») e ha replicato con le parole e con i fatti, mandando in panchina l’azzurro contro l’Atalanta e contro la Fiorentina (era in panchina anche contro il Palermo, ma in non perfette condizioni fisiche), dilatando i dubbi del giocatore. Che per la prima volta nella sua carriera si sente messo in discussione. E’ una condizione che non sopporta. Aveva capito che contro la Fiorentina non sarebbe entrato nell’undici iniziale, perché alla vigilia non era stato provato nelle palle inattive.
Negli anni passati era certo al cento per cento del posto da titolare e fa fatica ad accettare questa situazione di insicurezza. Non regge la pressione della precarietà. Zeman non prevede deroghe per nessuno, neanche per De Rossi, che in partenza aveva il vantaggio dell’appoggio della società. E oggi si ritrova costretto a riconquistarsi la Roma.
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