rassegna stampa

Zdenek sente il richiamo «Il futuro lo decido io»

(Corriere dello Sport – G.Febbo) Solo sussurri, al limite qualche sguardo obliquo e malizioso.

Redazione

(Corriere dello Sport - G.Febbo) Solo sussurri, al limite qualche sguardo obliquo e malizioso.

Zdenek Zeman è la solita sfinge anche se, scavando in profondità nelle pieghe della sua maschera, qualcosa di decodificabile si trova. L'allenatore boemo non dà riscontri alla sua investitura come allenatore della Roma, dirà tutto mercoledì prossimo, nella conferenza stampa di fine stagione. Però si capisce dagli occhi che nel suo animo c'è qualcosa di diverso. E che sia solo una lusinga per essere stato accostato alla squadra del cuore sembra improbabile. Chissà cosa gira in queste ore per la sua testa. La domanda è sempre la stessa, diretta, inflazionata: va alla Roma? Le risposte fanno, invece, un giro più largo. Sono asciutte, poco articolate, volutamente fuorvianti, ma significative. Magari si diverte a giocare su più tavoli, «tutto l'anno si parla di mercato e io sono stato sulle panchine di mezza Italia, però tutto quello che si dice non si avvera e nessuno se ne ricorda più. Oggi ogni società ha dieci allenatori, poi ce ne sarà uno solo» . Forse cerca il bluff, «il futuro è mio e lo decido io. A Pescara mi sono trovato benissimo, è stata la mia migliore stagione anche fuori del campo. Poi, se qualcuno si vuole fare del male...» . Qualcuno chi? «Mi riferivo a me stesso» . Degno della migliore Sibilla. Probabilmente si tradisce quando gli si chiede chi sarebbe il suo miglior successore sulla panchina del Pescara. Non tanto per la risposta, «mica c'è qualcuno che vuole farmi fuori?» , quanto per la pausa che la precede.

 

RICHIAMO - Al netto delle interpretazioni, l'attrazione giallorossa sarebbe di quelle irresistibili. Il Pescara non vorrebbe rassegnarsi a perderlo, ma in queste ore sta inevitabilmente elaborando l'idea. Sa che di fronte a certi corteggiamenti non esiste abilità persuasiva. Lui aveva avvisato i dirigenti, li aveva indottrinati a dovere. Lo stesso presidente del sodalizio adriatico, Daniele Sebastiani, pur manifestando un certo ottimismo, ha ammesso: «La Roma è l'unica squadra che potrebbe farlo vacillare» . Adesso anche le sue certezze (di trattenerlo) cominciano a incrinarsi. Se la tentazione è troppo forte diventa inutile, se non controproducente, cercare di resisterle. Senza il boemo in panchina per gli abruzzesi cambierebbero le prospettive, però prevale il senso di riconoscenza. Comunque vada è stato un privilegio averlo. Sul web rimbalzano preghiere dei tifosi, mentre ieri un artista locale, Graziano Livorni, gli ha donato un ritratto emblematico. Lui lì, faccia da Diabolik, tra un vecchio pallone di cuoio con le stringhe e un altro di ultima generazione.(...)

QUARANTOTTO ORE - Gli hanno ricordato quando rifiutò il Real Madrid perché aveva un impegno morale con la famiglia Sensi, lui però ha specificato. «Non era un accordo verbale, c'era un documento scritto» . Che qui non c'è. D'altronde il club adriatico, anche volendo, non sarebbe mai riuscito a incastrarlo in patti strani. Zeman firma solo contratti annuali, «ho fatto sempre così e non cambierò abitudini adesso» , che gli consentono ampi margini di manovra. Neppure ama essere soffocato, forzato, tirato per la giacca, decide come e quando vuole lui, non accetta intromissioni. Se la Roma chiama e lui risponde non ci saranno cavilli di mezzo, probabilmente diventeranno decisive le prossime 48 ore. Ora c'è di mezzo l'ultima partita di campionato di serie B, un prezioso alleato per movimentare gli scenari senza dare troppo nell'occhio. Comunque vada di lui resterà un francobollo, creato da un gruppo di filatelisti pescaresi, con Zeman che esulta a Marassi dopo la conquista della serie A. Tiratura limitata di francobolli dentellati e autoadesivi, valore facciale utile per lettere fino a 20 grammi, con regolarità di affrancatura fino al 31 dicembre 2013, reperibili nei negozi di filatelia, soprattutto di Roma.