(Corriere dello Sport - A.Barillà)- Mirko Vucinic s'avvinghia a una frase fatta: «Dobbiamo considerare questa partita come tutte le altre: vincere è il nostro unico pensiero». Buon proposito, ma non sarà facile applicarlo: Juventus-Roma è un intarsio di emozioni e di ricordi. L'attaccante montenegrino non ritrova soltanto la squadra che per cinque stagioni, dal 2006 al 2011, è stata sua, ma anche l'allenatore che più ha saputo valorizzarlo come bomber[...]
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Vucinic: l’uomo dei sogni contro il passato
(Corriere dello Sport – A.Barillà) – Mirko Vucinic s’avvinghia a una frase fatta: «Dobbiamo considerare questa partita come tutte le altre: vincere è il nostro unico pensiero».
EMOZIONE - Sarà tra i pochi, stasera, ad accogliere con un sorriso il boemo, antico fustigatore bianconero e oggi di nuovo pungente, tra pillole d'ironia e opinioni scomode. Era sparito dal calcio d'élite, ma è ripartito dal basso e l'ha riconquistato, adesso vuole fare grande la Roma e lo Juventus Stadium è un esame di maturità. Vucinic non può essere prevenuto o risentito: le rivalità del pallone non graffiano i sentimenti. Vale per il tecnico e vale per la Roma, perché «non è come affrontare un'altra squadra: quando incroci quelle in cui hai giocato, senti sempre l'emozione».
CAPACITA' - Mirko è alla seconda stagione in maglia bianconera, ma i rapporti costruiti negli anni di Trigoria restano saldi: «Ho ancora degli amici, è naturale: mi sono appena sentito con De Rossi, quante sfide abbiamo fatto alla playstation... Ci abbracceremo prima della partita: poi, come sempre, sul campo saremo nemici». Inevitabile, dipanandosi il colloquio su Sky, tracciare le differenze tra le due città («Roma è una piazza molto calda. A Torino è molto diverso: ti lasciano vivere in pace») e affrontare il fuoco delle domande classiche da vigilia di partitissima: «Chi mi spaventa maggiormente tra i giallorossi? Totti: sappiamo tutti quali sono le sue capacità. Cos'ha di più la Juventus? I punti e... sì, anche... Vucinic, visto che non gioco più lì».
FUORICLASSE - Ci gioca Osvaldo, il suo erede, al quale dedica belle parole: «E' un calciatore che mi piace molto perché ha tutto: tecnica, forza, dribbling. Non saprei dire, però, chi segnerà di più tra noi due: con i numeri non sono molto bravo». Non sogna nemmeno, o almeno non lo confida, un gol stasera, l'importante è che arrivino i tre punti per mantenere il primato e riprendere la marcia dopo il pari, comunque pesante, di Firenze: «Al di là di questa gara, io spero sempre che la Juve vinca: ci alleniamo e viviamo per questo». .[...]
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