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Verre: “Palermo in Serie A e Roma scudetto”

 Il “predestinato” si presenta con un sorriso simpatico e accattivante e, a guardarlo, sembra quasi impossibile che questo ragazzo, che dimostra perfino un paio d’anni in meno, abbia riequilibrato il centrocampo del Palermo con un colpo...

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 Il “predestinato” si presenta con un sorriso simpatico e accattivante e, a guardarlo, sembra quasi impossibile che questo ragazzo, che dimostra perfino un paio d'anni in meno, abbia riequilibrato il centrocampo del Palermo con un colpo a sorpresa non di Gattuso, che l'aveva voluto, ma di Iachini che, comunque, l'aveva gestito a Siena.

Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, quando si dice il caso o meglio il sapore di una scelta, tanto semplice, che tuttavia ha le sembianze della magia. Perché il centrocampo era il rompicapo. Perché l' esperienza di Barreto e la corsa di Bolzoni non si discutevano. Ma ci voleva la classe, la fantasia, la sana incoscienza, che solo i piccoli geni possiedono.

Chi ti ha portato alla Roma?

«Stefanelli, allora responsabile del settore giovanile».

Bruno Conti: lo ringrazi o poteva farsi gli affari suoi?

«Così sarei finito al Manchester? In quel periodo c'erano voci che mi volevano lì, ma mio padre spingeva per farmi rimanere a Roma. No, lo ringrazio, meglio una crescita graduale. Prima in A col Palermo, poi tiriamo i conti con Roma e Udinese».

Tovalieri, Carboni, Stamaccioni e Evani.

«Tovalieri mi ha insegnato ad essere calciatore. Con lui, ex attaccante, ho anche provato l'emozione del gol, perché mi faceva giocare trequartista. Carboni mi ha trasmesso carattere e grinta. Stramaccioni, ovvero il valore della tattica, preparava infatti le partite in modo perfetto. Evani mi ha consegnato la fascia di capitano anche se ero sotto età».

Cosa ti piace di te?

«Certamente l'altruismo».

Cosa cambieresti?

«Vorrei essere meno permaloso».

Descriviti in tre parole?

«Generoso, testardo, perfezionista».

Meglio lavorare o andare a scuola?

«Bè, io faccio il lavoro più bello del mondo».

Somma massima spesa in una sola serata?

«250 euro, champagne a fiumi per festeggiare la vittoria in Coppa Italia contro la Juve nella finale primavera».

Totti?

«Immenso, inarrivabile».

De Rossi Daniele o Alberto?

«Entrambi. Il primo è stato il mio idolo, perché da romano e romanista lo vedo come un mito. Alberto, invece, il primo amore, che non si scorda mai. Mi ha lanciato nella Primavera».

Luis Enrique, Zeman, Garcia?

«Luis Enrique mi ha fatto esordire in Europa a 17 anni che dire di più? Zeman? Pesante?, faticoso? Garcia? Spero faccia vincere lo scudetto alla Roma».

Il tuo sogno?

«Lo scudetto con la Roma».

Gol?

«Sono ancora alla ricerca del primo, mi auguro col Palermo. Me lo immagino con un tiro da fuori area».

La più grande emozione?

«L'esordio in Europa contro lo Slovan Bratislava. Ero tranquillo, la sera prima ho dormito, però all'andata non giocai per la febbre e temevo una ricaduta».

Esordio in serie A?

«A Siena, contro il Torino. Finì 0-0, partita bloccata, tornai negli spogliatoi insoddisfatto, senza la gioia che un debutto procura».

Predestinato?

«Me lo dicono sin da bambino, aspetto il cosiddetto salto di qualità».

A chi assomigli di più, De Rossi o Totti?

«De Rossi, non posso paragonarmi a Totti».

Florenzi o Pizarro?

«Oh Dio, credo Florenzi».

Gattuso o Iachini?

«Gattuso è andato via dopo appena una settimana dal mio arrivo. Iachini mi conosceva e mi ha dato fiducia».

Florenzi ti ha scritto "In bocca al lupo per questa avventura, forza Vale". Cosa gli rispondi?

«Daje Florè facci vincere sto campionato».

Progetti per il futuro...

«Arrivare in A, giocare per vincere scudetto, la maglia azzurra».