(Corriere dello Sport-A.Barillà)Un altro passo verso Gunnar Nordhal, terzo marcatore di sempre nella storia della A. Francesco Totti segna il duecentodiciassettesimo gol e dista adesso otto gradini: davanti, oltre allo svedese (225), ha Pepin Meazza (220) - che altri conteggi, escludendo il campionato 1946-’47, considerano in realtà già alle sue spalle - e Silvio Piola (290).
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Totti: Un segnale di forza e unione
(Corriere dello Sport-A.Barillà) Un altro passo verso Gunnar Nordhal, terzo marcatore di sempre nella storia della A. Francesco Totti segna il duecentodiciassettesimo gol
GUIZZO- Leggende: il capitano ci sta benissimo. Solo che le sue magìe non sono racconti epici o immagini sgranate: sono emozioni e promesse che si rinnovano ogni domenica, prodezze senza tempo che fanno cronaca e non soltanto storia. Non ha valore, il gol di Marassi. Non ha valore perché è incommensurabile. Non riapre semplicemente la partita, ma restituisce l’anima alla Roma, è il guizzo del bomber e l’impronta del condottiero: «E’ stato importante perché avevamo perso la testa - il riassunto di Francesco -. Siamo partiti malissimo ma abbiamo reagito da grande squadra» . Si confida a fine primo tempo, quando la Roma ha rimontato già due reti al Genoa, e confessa ottimismo per la ripresa, rivelandosi buon profeta. (...)
RISCOSSA - Lui è il simbolo, per classe e generosità. Dà l’incipit all’azione del pareggio, sgomita e s’insinua, ripiega e dialoga: «Ho guidato la riscossa? Sono il capitano e devo dare l’esempio. Poi se la squadra mi segue, tutto diventa più facile...» . Lo seguono eccome, interpretano una grande partita: 75’ impastati di spettacolo e grinta dopo un quarto d’ora di inspiegabile black out: «Ribaltando il risultato contro il Genoa, abbiamo dato un segnale di forza del gruppo, di gioco e di estrema compattezza» , così il numero dieci. «Non so cosa sia successo all’inizio - la sintesi di Panagiotis Tachtsidis - , so che dopo il gol di Totti abbiamo avuto più fiducia e abbiamo vinto»
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RETE - E’ il primo di quattro. L’ultimo è di Erik Lamela, importante anche quello perché sigilla il risultato e mette la Roma al riparo da brutte sorprese, mortifica le speranze tenaci del Genoa. Per l’argentino è il terzo centro in campionato, anche prima della sosta era andato a bersaglio con l’Atalanta: «Sto segnando tanto, ma lavoro per la squadra. E’ chiaro se se poi arriva la rete è meglio...» . Si gode la vittoria, però non ricava certezze e tiene i piedi ben saldi a terra: «Stiamo facendo bene, è la seconda vittoria consecutiva, però dobbiamo lavorare e continuare così: penso che siamo forti, anche se ancora non abbiamo dato tutto. È presto, comunque: il campionato è appena iniziato» .
MASSIMO - Si può crescere ancora, parla per primo di se stesso: «Zeman mi chiede delle cose: piano piano riuscirò a fare tutto quello che vuole. Cerco sempre di dare il massimo e in questo ruolo mi trovo bene: devo essere umile e continuare a impegnarmi. Le parole del mister? Sa che siamo giovani e che possiamo crescere, sarebbe preoccupante se non dicesse niente» . Un cenno alla gara ( «E’ stata difficile: abbiamo incassato subito due gol, ma siamo stati bravi a reagire e alla fine abbiamo preso il premio che meritavamo» ), poi un paio di parole sul capitano, semplici semplici ma piene di ammirazione: «Totti è Totti, lui può fare tutto...» . Complimenti estesi a Osvaldo, l’altro marcatore (doppio) della serata, la punta che completa il tridente: «Sono forti: giocare con loro può solo farmi migliorare»
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