Nei naufragi si perdono le tracce di molte cose e di molte persone. A metà partita è accaduto qualcosa di non usuale per le abitudini romaniste. L’allenatore ha tolto di squadra Francesco Totti. Capitano, colpito, affondato insieme con la sua nave. A quel punto il naufragio era abbondantemente in corso. Anzi, la Roma aveva già toccato il fondo. Cinque a zero alla fine del primo tempo. Tale e tanta era l’amarezza che l’evento è passato quasi inosservato. Non era accaduto, per esempio, nel 2010, quando Claudio Ranieri sostituì Totti e insieme De Rossi per ribaltare un derby e vincerlo senza i capitani. Loro sentono troppo questa partita, spiegò poi, e qui non vale la pena investigare se la storia gli abbia dato ragione oppure no.
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Totti sostituito “Esci e riposati”
Garcia ha deciso che martedì sera non c’era alcun motivo razionale di prolungare la fatica di Totti.
Garcia ha sostituito Totti con Alessandro Florenzi e si potrebbe pensare sia stata una saggia mossa tattica. Perlomeno la Roma del secondo tempo ha tirato in porta più di una volta, ha aumentato la propria densità dietro la linea del pallone e ha ritrovato un minimo d’equilibrio. Ha perso lo stesso la mezza partita che ha disputato da lì in avanti, segnando un gol e subendone due, ma questo giocando contro il Bayern è umanamente concepibile.
Garcia ha deciso che martedì sera non c’era alcun motivo razionale di prolungare la fatica di Totti. Molto meglio risparmiargli altri sforzi psicofisici per averlo a posto sabato prossimo a Genova. In una partita, quella con la Sampdoria, che ha acquisito un peso specifico schiacciante. Seconda in classifica contro terza. Squadra ferita e inferocita contro squadra felice e leggera.
Poi ci sono gli equlibri politici dello spogliatoio, l’oscurità d’animo di chi in Champions League non ha mai giocato, come Destro. Magari questo fattore entrerà nelle scelte di Garcia per sabato.
Ma ci sono tante altre giornate, tante altre partite. A Totti non serviva un quarto d’ora supplementare di salita al calvario.Soho Std
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