rassegna stampa

Ora Totti, poi Tevez. Inter bivio scudetto

Nell’arco di poco più di un mese l'Inter può pensare di mettere in difficoltà le due formazioni che in classifica lottano per lo scudetto.

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 Bisognerà lavorare ancora molto per tornare ad essere protagonista per la corsa al tricolore e così , come evidenzia oggi il Corriere dello Sport, potrebbe determinare nelle prossime due gare l’assegnazione del titolo 2014-15 affrontando prima la Roma (domani all’Olimpico) e poi la Juventus (allo Stadium il 6 gennaio).

Visto il distacco di soli tre punti dei bianconeri dai giallorossi, il doppio confronto delle due regine della Serie A contro i nerazzurri potrebbe avere un peso importante per la classifica e lanciare la fuga della formazione di Allegri o permettere alla squadra di Garcia di riprendersi il primo posto in classifica. L’Inter di certo non sarà un ostacolo semplice per nessuna delle due perché il Mancio, oltre ad essere abituato a giocare (e spesso a vincere) le grandi sfide, ha ridato entusiasmo all’ambiente, in attesa che anche i risultati tornino ad essere quelli che i tifosi nerazzurri sognano dopo tre anni senza soddisfazioni. 

Con quattro giornate di campionato da giocare prima della sosta natalizia è difficile ipotizzare la situazione di classifica con cui i bianconeri arriveranno alla sentita sfida con i nerazzurri, ma di certo Francesco Totti e compagni sperano che Roberto Mancini dia loro una mano, magari fermando la formazione di Massimiliano Allegri esattamente come aveva frenato quella di Antonio Conte 12 mesi fa.

Ma perché nell’arco di poco più di un mese questa Inter può pensare di mettere in difficoltà due formazioni che in classifica sono distanti anni luce (+14 la Juve, +11 la Roma)? La risposta alla domanda sta tutta nel cambio dell’allenatore perché l’avvento di Mancini ha portato entusiasmo nell’ambiente nerazzurro e allontanato la negatività che aleggiava sulla Pinetina. I giocatori lo hanno capito anche nel brindisi post-vittoria sul Dnipro, quando il tecnico ha festeggiato i suoi 50 anni: «Grazie a tutti per questo successo, lavorando insieme ci toglieremo grandi soddisfazioni e riporteremo l’Inter in alto» ha detto. Intendiamoci, Mazzarri non lavorava male ed è un professionista preparato, ma dopo 16 mesi certe dinamiche non permettevano più né alla squadra di rendere al massimo né alla tifoseria di credere ancora al progetto.