Oggi il Corriere dello Sport analizza un aspetto importante nella formazione della Roma che affronta domani la Lazio. Totti, De Rossi e Florenzi: loro tre sentono questa partita nel sangue e nel pensiero, nelle gambe e nel fegato. Sono romani, sono sempre stati romanisti, hanno incontrato il derby lungo il cammino della vita e hanno continuato la strada insieme con lui.
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Totti & C. il derby nel cuore
Sono romani, sono sempre stati romanisti, hanno incontrato il derby lungo il cammino della vita e hanno continuato la strada insieme con lui.
Fanno la squadra insieme, probabilmente. Non è la prima volta ma neppure è accaduto spesso. Florenzi ha disputato appena 4 partite contro la Lazio, perché è ancora giovane, è in giro e nel giro da un paio d’anni e gli è stato persino risparmiato il derby di non ritorno, quello che ancora oggi illumina i sogni dei tifosi laziali nelle notti serene: la celebre finale di Coppa Italia del 26 maggio 2013.
Era in panchina e ci è rimasto nella partita che non ha mai dimenticato né digerito: «Quella che sceglierei, se mi dessero l’occasione di rigiocarne una nella mia vita».
I giocatori romani possono soffrire il derby, ma non importa. I tifosi li preferiscono in campo, a bere fino in fondo qualsiasi calice, dolce o amaro.
Se domani Totti gioca, gioca il 40º derby ufficiale della carriera. Chiunque altro lo guarda da molto più in basso. Ne ha disputato anche uno amichevole, il trofeo Calleri del 1994, e ha vinto anche quello grazie a due gol di Cappioli. Restando a campionato e Coppa Italia, su 39 ne ha fatti suoi 13. Ma ne ha persi 15 e pareggiati 11. Ha anche segnato 9 gol, quanti Devecchio, 2 meno di Da Costa. Magari è vero che il derby non fa per i romani. Però i romani fanno per il derby, lo rendono un’altra cosa, un’avventura, una traversata di mari sconosciuti.
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