Se ritorna a correre Mattia Destro uscendo dalla campana di vetro, dalla palestra e dal tunnel significa che ha ancora una volta ragione Rudi Garcia nell’invitare i giallorossi a guardare al futuro come a un’opportunità. Si sa come la pensano in molti, noi compresi: una volta esaurita la spinta propulsiva della formazione di base, la Roma potrebbe trovarsi a mal partito per la necessità di cambiare uomini senza possedere una rosa abbastanza vasta o abbastanza robusta da sopravvivere in mezzo alle intemperie.
rassegna stampa
Torna Maicon passa la paura
Se ritorna a correre Mattia Destro uscendo dalla campana di vetro, dalla palestra e dal tunnel significa che ha ancora una volta ragione Rudi Garcia nell’invitare i giallorossi a guardare al futuro come a un’opportunità.
Invece Garcia insiste nel guardare non le foglie che cadono bensì quelle che spuntano. Intanto Destro a nove mesi dall’operazione al menisco ha mollato le zavorre di gonfiori al ginocchio e dell’abbattimento morale. Destro non ha fatto granché, mezz’ora di corsa tiepida, ma l’importante è che sia di nuovo in campo in mezzo ai compagni, a respirare l’aria di festa. E’ tutto concime per la sua seconda giovinezza.
Il Corriere dello Sport ci ricorda che Daniele De Rossi purtroppo non è ancora pronto per riprendere a pieno ritmo la preparazione, però la partita di venerdì prossimo è abbastanza in là da tenere lontano il punto in cui bisognerà cominciare a preoccuparsi. Lo stesso vale per Totti, che tiene a bada il flessore stanco e dovrebbe rimettersi a faticare sul serio lunedì. In compenso, attorniati dalle traiettorie di Destro, si sono rimessi a tocchicchiare il pallone Michael Bradley, primo cambio designato del ricco ma selezionatissimo centrocampo di Garcia, e soprattutto Maicon Douglas Sisenando. Se Bradley contro il Napoli interverrà solo nel caso in cui qualcuno tra De Rossi, Strootman e Pjanic non firmi il registro, Maicon deve riprendersi il suo posto sulla fascia destra. Deve e vuole: nessuno lo obbligherà ma lui si obbligherà da solo e non stentiamo a credere che quando si fissa nello specchio con gli occhi sgranati faccia paura persino a se stesso. Il brasiliano ha i suoi interessi. Vuole cogliere, nel 2014 a 33 anni, l’occasione unica di disputare il campionato del mondo nel suo Paese. Presumibilmente ci riuscirà.
Però sapete come vanno le cose in Brasile, piove, tira vento e spuntano calciatori. Anche nelle zone di campo meno battute da quegli artisti anarcoidi del pallone. Dunque, meglio la Roma marcia più chance ha Maicon di vedersi confermare la prenotazione. Chiamatelo terzino, se vi piace. E’ una definizione limitativa anche nel calcio moderno, tale vastità di campo Maicon riesce a riempire con un cambio di velocità e tale flessibilità di azione mette nelle sue partite arrivando al tiro più spesso di un centrocampista. Ciò che gli ha permesso di asfaltare sul nascere l’eventuale concorrenza di Torosidis è stata però la sua applicazione in fase difensiva. Chiude con le gambe, copre con il peso atletico, marca con lo sguardo. L’intera difesa poggia da quella parte e se lui non c’è perde un punto d’equilibrio. Maicon sa trasmettere insieme sicurezza e timore reverenziale. Come dice il direttore sportivo Walter Sabatini: se torna incavolato negli spogliatoi è diverso da quando fa la faccia scura qualcun altro.
Qualcuno però gli ha dovuto dire che ehm, sai, forse sarebbe meglio che tu non rispondessi alla convocazione in Nazionale, come perché, per via di quell’infortuniuccio. I ruggiti si sono spenti solo quando Maicon ha parlato con il commissario tecnico Scolari, il quale gli ha garantito che il posto sarebbe rimasto suo. Ciò non toglie che il giocatore abbia le dita dei piedi che prudono per la voglia di tornare a giocare in fretta. Dice: «Sono quasi al cento per cento. Il problema è arrivato proprio nel momento meno indicato, quando avevo trovato continuità con la Roma. Ma sono cose che accadono ai calciatori» . E questo sembra un avvertimento ai brasiliani: non provate a liberarvi di me approfittando di una stupidaggine del genere, non ve lo consiglio. Disposto a tutto, per non affaticarsi si è proibito le uscite notturne e qualsiasi bicchiere di contrabbando.
Nella mente di Garcia nulla e nessuno può sostituire davvero Maicon. Non Torosidis, non il bambino Jedvaj per il quale non sembra venerdì la data migliore per debuttare. A sinistra per lo squalificato Balzaretti può essere riciclato il medesimo Torosidis oppure azzardato Dodò. A destra, con tutto il suo entusiasmo per le libere scelte, Garcia non intende scegliere altri che Maicon, il duro dal cuore duro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA