Si va da due a più di dieci. Sono le stime sugli anni che serviranno alla Roma per avere lo stadio di proprietà. Nella Capitale, ormai da mesi, tutti ne sanno qualcosa in più degli altri ed espongono le proprie ragioni con dettagli e convinzione.
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Stadio, adesso solo i fatti cambiano la storia
Si va da due a più di dieci. Sono le stime sugli anni che serviranno alla Roma per avere lo stadio di proprietà. Nella Capitale, ormai da mesi, tutti ne sanno qualcosa in più degli altri ed espongono le proprie ragioni con dettagli e convinzione.
Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, Paolo Fiorentino, vice direttore generale di Unicredit, ha avanzato dubbi pesanti. Il giorno dopo del «progetto complicato per finanziamento e sostenibilità», è il turno del presidente della Roma, James Pallotta che più di chiunque altro ha puntato sullo stadio (da costruirsi a Tor di Valle come da accordi con Parnasi) per lo sviluppo del suo affare italiano, cioè la Roma. «Stiamo lavorando da 18 mesi per costruirlo - dice il numero uno giallorosso - perché all’Olimpico circa 80.000 persone non riescono a vedere bene la partita per la pista di atletica. Non è, quindi, una cosa positiva per i tifosi, né ci sono grandi opportunità per le aree ospitalità.
A questo puntola storia cambia solo con i fatti. Presentazione del progetto in accordo con le istituzioni e via ai lavori. Il resto sono chiacchiere. Pallotta, però, aggiunge particolari: «Posso dire che Nike(sponsor tecnico della Roma a partire dalla prossima stagione e per dieci anni, ndr) avrà un suo superstore all'interno dello stadio e costruiremo la Hall of Fame. Quanto costerà? Non voglio dirlo. Verrà utilizzato in diversi modi:Da un punto di vista sportivo, sarà uno stadio di 60.000 posti».
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