rassegna stampa

La sfida di Totti. Caccia allo scudetto nella terra dei 10

Il capitano giallorosso vuole provare a vincere. Vuole "dire" alla Juve che le gerarchie possono essere riscritte.

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Gli ultimi vent’anni di storia del calcio, quelli che vivevano Platini come un nobile passato e Baggio e Del Piero come i nuovi eroi, hanno raccontato anche la storia di un numero 10 cresciuto all’ombra del Colosseo e che ha attraversato questo tempo migliorandosi, completandosi, esterno d’attacco, centravanti, falso nueve. Sul fronte offensivo Francesco Totti ha fatto tutto e lo ha fatto al massimo, ha polverizzato record. Come Baggio con il Divin Codino o, peggio ancora, il Coniglio Bagnato che gli affibbiò l’avvocato. Meglio, molto meglio Raffaello - avrà pensato Robi - il primo nomignolo che Gianni Agnelli gli cucì addosso come maestro di Del Piero, quest’ultimo un po’ Pinturicchio, un po’ Godot. L’Avvocato non risparmiò nemmeno Platini: «lo abbiamo pagato come un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il fois gras». Ce ne era per tutti.

QUATTRO E A CASAFrancesco gioca la sua trentaduesima sfida di campionato contro la Juventus, a cui ha segnato 8 gol. L’8 febbraio del 2004, quando per incorniciare il 4-0 clamoroso all’Olimpico a cui aveva partecipato anche con un gol, il capitano della Roma venne colto dalle telecamere nella storica mimica canzonatoria del «4 e a casa». C’era Lippi in panchina, due anni e mezzo dopo avrebbero vinto insieme il Mondiale in Germania. C’è il timbro di Totti anche nell’ultimo risultato positivo a Torino: non la vittoria del 23 gennaio 2010, ma il pareggio, l’1-1, del 13 novembre dello stesso anno. Ancora un gol firmato dal capitano della Roma.

TEATRO DEI SOGNI - Alex nel nuovo stadio della Juve è riuscito a giocarci. Francesco in questo momento sembra un highlander capace di arrivare agonisticamente a chissà quando pur di poter scrivere la stessa straordinaria pagina nel suo nuovo stadio. Intanto è lì, a dispetto dei 10 costretti ad abdicare dalla storia. La sua, di storia, passa per Torino dopo una sequela di recenti 3-0, 4-1 e 4-0 (per la Juve) da far venire i brividi. Bisogna vendicarli, riscattarli, ma c’è molto di più in ballo.

Per Torino passa un esame scudetto che la Roma vuole vincere: che Totti vuole vincere, perché anche il suo ds Walter Sabatini gli ha letto negli occhi la voglia di un altro trofeo. Ecco, il capitano della Roma non vuole solo superare un esame di maturità per la sua squadra, domani, allo Juventus Stadium. Vuole provare a vincere e a dire alla Juventus che forse le gerarchie possono essere riscritte. L’epoca dei numeri 10 nel senso puro del termine, è finita. A portarlo sulle spalle in modo nuovo, universale, è rimasto Totti. Che si è rinnovato, testimone di un’epoca che potrebbe non finire mai, come le favole. Ma è tutto vero.