rassegna stampa

Roma, l’appello di Luis «Tifosi, ora aiutateci»

(Corriere dello Sport – R.Maida) Tifosi, seguiteci. Per lo sprint finale del campionato, dopo i fischi diventati applausi della partita contro l’Udinese, Luis Enrique chiama a raccolta il popolo romanista.

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida) Tifosi, seguiteci. Per lo sprint finale del campionato, dopo i fischi diventati applausi della partita contro l’Udinese, Luis Enrique chiama a raccolta il popolo romanista.

Quando ha parlato in conferenza stampa, di prima mattina a Trigoria, non poteva ancora sapere della tragedia di Morosini. La sua testa, in quel momento, era alla partita con la Fiorentina (poi rinviata). «Capisco l’umore della gente - spiega - abbiamo fatto delle figuracce, perciò qualcuno si è arrabbiato. Ma io ho notato che la spinta dell’Olimpico è stata fondamentale mercoledì. Anzi è stata la chiave della partita. La Roma ha bisogno dell’appoggio del suo pubblico, che è sempre stato fedele. Con il pubblico dalla nostra parte, noi siamo più forti» .

 

FARO - Più che altro, la Roma sembra più forte con Totti in campo. E in questa rivisitazione calcistica del musical Forza Venite Gente, San Francesco non viene da Assisi. E pensare che a fine agosto, sembrava che Luis Enrique non lo volesse più: «Di Totti cosa volete che vi dica? Non saprei catalogarlo, è unico. E’ un calciatore che parla poco ma in campo si comporta come un esempio per gli altri, sa sempre cosa fare, interpreta il gioco in modo diverso dal 95 per cento dei colleghi. Contro l’Udinese ha giocato una grande partita, mettendo il cuore. Mi aspetto che si ripeta agli stessi livelli» . In una volata che ancora deve esprimere tutti i verdetti: Champions League, Europa League, Nessuna League: «Abbiamo bisogno di quella continuità che finora ci ha impedito di fare il salto. Le prossime sei giornate ci diranno se la nostra è stata una buona stagione oppure no. Per me non è stato un campionato da dimenticare, se siamo ancora vicini alle grandi squadre in lotta per l’Europa» . Ancora non si spiega, da caposquadra, l’alternanza di risultati e di prestazioni. Nelle ultime dodici partite, la Roma ha vinto sei volte e perso sei: «Sicuramente non abbiamo problemi atletici. Nemmeno la Juventus, che ha un’intensità di gioco altissima, corre quanto noi. E non credo nemmeno sia un problema mentale: i giocatori hanno voglia e si applicano sulla nostra proposta. La verità è che il campionato è equilibrato e per raggiungere la regolarità dobbiamo migliorare sotto ogni punto di vista»

DIFFERENZE - Contro l’Udinese la squadra ha avuto un atteggiamento diverso. Con De Rossi in difesa, sono aumentati i lanci lunghi per sciogliere la densità di centrocampo studiata da Guidolin. In futuro si potrebbe assistere a una tattica simile. «Mercoledì i calciatori sono stati bravissimi nel loro complesso - chiarisce Luis Enrique -, hanno sempre tenuto in pugno la partita, facendo un lavoro incredibile. La nostra idea è quella di tenere il pallone il più possibile (la Roma è ancora prima in serie A nel possesso palla, ndr) . Poi può capitare di cambiare strategia in certe fasi» . La posizione di De Rossi, in questo senso, è decisiva. Se gioca sulla linea dei difensori, migliora la costruzione della manovra: «Daniele può fare diversi ruoli. In Nazionale gioca da interno, per esempio. Per un allenatore è bello poter contare su giocatori così duttili» . Come De Rossi e come Marquinho, che Luis Enrique elogia pubblicamente: «Sta andando oltre le aspettative, è stato un grande acquisto. Salta l'uomo, verticalizza, attacca lo spazio. E poi calcia benissimo: vedrete quanti gol farà con il sinistro. Finora ha segnato due reti di testa. Ma presto conoscerete i suoi tiri da lontano»