rassegna stampa

Roma, la variante Lazio

Suo malgrado, Rudi Garcia sta facendo in questi giorni una full-immersion di Lazio. Ne avrebbe fatto volentieri a meno, forse, di un derby a questo punto del campionato, ma il calendario lo ha inserito alla quarta giornata e allora il tecnico...

Redazione

Suo malgrado, Rudi Garcia sta facendo in questi giorni una full-immersion di Lazio. Ne avrebbe fatto volentieri a meno, forse, di un derby a questo punto del campionato, ma il calendario lo ha inserito alla quarta giornata e allora il tecnico francese, evidentemente in accordo con i suoi giocatori, ha deciso di portarsi avanti con il lavoro.

Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, il tecnico sta studiando il derby e ha capito che sugli esterni possono nascere i problemi Ecco allora che l’alternativa potrebbe garantire equilibrio.

 Tutti avevano indicato nel match di domenica pomeriggio il primo severo esame per la nuova Roma di Garcia, ma quasi nessuno poteva ipotizzare che la Roma ci sarebbe arrivata da prima della classe, ritrovata, lanciatissima, nuovamente convinta dei suoi mezzi e degli obiettivi da raggiungere. Favorita? Parola impronunciabile a Trigoria e in tutto il quadrante giallorosso della città.

Il gioco della Lazio consiste nel farti giocare. Nell’attirarti nella munitissima difesa per poi ripartire velocemente sulle fasce, soprattutto quella destra dove Antonio Candreva (forse convinto di essere laziale solo da una sana e feroce professionalità) galoppa come un cavallo e spiana terzini di ogni sorta. Figuriamoci il Balzaretti in ambasce di Parma, dove Biabiany gli danzava intorno senza farsi mai prendere.

Ci sarà da fare un gran lavoro in quella zona. Garcia fino ad oggi ha schierato sempre la squadra secondo il 4-3-3. Probabilmente lo farà anche domenica, magari con l’accorgimento di Florenzi a sinistra a chiudere il triangolo lungo con Balzaretti e Strootman. Ma potrebbe esserci anche la possibilità di una variazione di schema, peraltro indicata dallo stesso Garcia come possibile in alcuni frangenti e anche a gara in corso. Vale a dire il 4-2-3-1 in cui Pjanic sarebbe avanzato come trequartista centrale, ma i due esterni alti potrebbero stare qualche metro più indietro per proteggere meglio le fasce. Era lo schema di Spalletti che funzionò benissimo per almeno tre anni.