(Corriere dello Sport – R.Maida) - Un gioco di parole, una carezza d’amore: «A volte per ricucire il filo della memoria basta un Ago» .
rassegna stampa
Roma-Di Bartolomei, l'amore è per sempre
(Corriere dello Sport – R.Maida) – Un gioco di parole, una carezza d’amore: «A volte per ricucire il filo della memoria basta un Ago» .
Con lo sguardo di papà tatuato sul volto, finalmente Luca Di Bartolomei ha potuto infilare quel filo nella sua cruna naturale: la casa della Roma. Dopo anni di promesse e attese, è nato il campo dedicato al capitano dello scudetto 1982/83. «Dico grazie a tutti. Mi ritengo una persona fortunata, perché a 18 anni dalla scomparsa sento ancora l’affetto di cui veniamo riempiti giorno per giorno» ha detto Luca, affiancato dalla madre Marisa e dal fratellastro Gianmarco, che non potranno mai accettare la tragedia del 1994 ma adesso sentiranno che un sofferto percorso di ricordi si è concluso. […]
LA CERIMONIA - All’evento, presentato dal giornalista-speaker Matteo Vespasiani, hanno partecipato cinquecento persone. Gli amici, certo: Bruno Conti e Franco Tancredi, che ancora lavorano nella Roma, e poi Nela, Maldera, Righetti, Chierico, Faccini. Ma anche i tifosi di allora, quelli del Commando Ultrà che è nato nel 1977 mentre Agostino imparava a guidare la Roma. E poi i bambini. Tanti. Perché la storia è una cosa che riguarda anche loro. In cinquanta, gli Esordienti della Roma classe ‘99, hanno sfilato con la maglia numero 10, la scritta Ago sulle spalle e la fascia sul braccio, e poi si sono divertiti sul campo a giocare a calcio come faceva Dibba . […]
I TESTIMONI - E mentre dai seggiolini giallorossi venivano sollevati due striscioni di doloroso amore e partiva l’immarcescibile coro dedicato al festeggiato ( «Ooooh, Agostino, Ago-Ago-Ago-Agostino gol» ), gli altoparlanti diffondevano La leva calcistica classe ‘68 , una poesia più che una canzone, che De Gregori dedicò proprio a Di Bartolomei, il ragazzo che sognava la Roma dalle strade di Tor Marancia.
A quel punto, per completare il quadro, mancavano solo due pennellate. Il saluto di Totti e De Rossi, i logici missionari di un’operazione spontanea eppure difficilissima: tramandare la Roma di generazione in generazione. Anche loro hanno partecipato alla cerimonia, abbracciando la famiglia prima della benedizione di un monsignore distratto (ha chiamato Bartolomei il grande Agostino). Una festa per tutte le età perché «noi siamo soltanto i custodi della Roma» , come ha spiegato Franco Baldini. Perché Roma è dei romanisti, del popolo. Di Ago. «Non so perché ci sia voluto tanto tempo per ricordare mio marito - ha spiegato la signora Marisa - Forse dovevano venire alla Roma delle persone giuste, sensibili, belle e pulite come Agostino per fare in modo che il suo nome tornasse a casa» […]
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