(Corriere dello Sport-A.Ghiacci) Delusione e rabbia. Perché secondo loro i bocconi amari da mandare giù sono diventati troppi. Ieri pomeriggio, all’Olimpico, i tifosi della Roma hanno preso posizione.
rassegna stampa
Roma assediata “Siete mercenari”
(Corriere dello Sport-A.Ghiacci) Delusione e rabbia. Perché secondo loro i bocconi amari da mandare giù sono diventati troppi. Ieri pomeriggio, all’Olimpico, i tifosi della Roma hanno preso posizione.
In maniera piuttosto pesante. Gli stessi che mesi fa avevano lanciato lo slogan “mai schiavi del risultato”, stavolta hanno contestato. Non una contestazione «veicolata dalla stampa, di dieci persone» come il direttore generale Franco Baldini aveva definito gli insulti presi dalla comitiva giallorossa a Fiumicino, domenica scorsa, al ritorno da Torino. (....) Ma la sconfitta maturata all’ultimo minuto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E infatti dopo il successo viola il clima nella pancia dell’Olimpico, nella zona da dove passano le squadre, era insolitamente agitato.
ALLARME - I cori che hanno accompagnato l’uscita dal campo della Roma, evidentemente, erano solo l’antipasto. Dopo aver chiesto «un tiro in porta» e la presenza di «undici leoni» , lo striscione apparso prima delll’inizio della partita nel settore dei Distinti Sud che dava sostegno in spagnolo a Luis Enrique parlando di «un uomo vero in un mondo di falsi, adelante!» , è stato dimenticato in un attimo. Fischi e “vaffa” sono partiti ben scanditi dalla casa del pubblico giallorosso, prendendo il posto dell’incitamento che durante la partita, specialmente nel secondo tempo, non era mancato. Poi le attività delle forze dell’ordine hanno guadagnato in pochi minuti un ritmo frenetico. Uomini della Digos, steward, agenti in divisa e in assetto da anti-sommossa. Tutti nei pressi del pullman che stava attendendo la Roma, impegnata tra docce e interviste. I suoni di sirene e ordini via-radio, hanno aperto lo scenario di fronte al cancello dal quale il pullman sarebbe dovuto passare: circa duecento tifosi avevano bloccato il vialetto, pronti a manifestare il pesante dissenso. Mezzi della Polizia e dei Carabinieri controllavano la situazione. Tanti i cori: da «la nostra fede non va tradita» a «mercenari, prendete i miliardi, andate a lavorare» . E ancora «il progetto dove sta?» e «uscite a mezzanotte» . Tra i bersagli preferiti, Luis Enrique, tra un «vattene» e un ironico «vieni fuori» che non prometteva nulla di buono. E poi «c’avete rotto il c...» e anche «vi romperemo il c...» .
MANOVRE - All’interno dello stadio, i lavori, erano finalizzati alla possibile manovra che il pullman giallorosso avrebbe potuto fare. E così, dopo un’ora e mezza di tensione, alle 18,30, il mezzo con la squadra ha lasciato l’Olimpico passando dall’altra parte, uscendo dalla curva Nord, dove l’arrivo di pochi altri tifosi era stato ben controllato dalle forze dell’ordine, preventivamente schierate. Nel frattempo qualche giocatore era andato via con mezzi privati, sempre dal lato Nord. Attimi di tensione quando un giornalista, diretto verso il parcheggio riservato, è stato offeso, inseguito e accerchiato, senza che le forze dell’ordine, allertate, prendessero coscienza del rischio a cui si stava andando incontro. Per fortuna, nonostante il mancato intervento, non ci sono stati sviluppi gravi.
COLLOQUIO - Un girone dopo la prima vera protesta dei tifosi, quella di Firenze del 4 dicembre dello scorso anno, quando tra il Franchi e la stazione Termini furono pesantemente attaccati Luis Enrique, dirigenti e giocatori, la Roma si è ritrovata nella stessa situazione. Soltanto che stavolta il dg Baldini e il ds Sabatini, alle 19, hanno deciso di uscire e parlare con i cinquanta tifosi rimasti. Venti minuti di colloquio, con il controllo delle forze dell’ordine. Più tardi, in trenta hanno aspettato la squadra a Trigoria: insulti e fischi anche lì. E da oggi, il centro sportivo giallorosso, sarà presidiato dalle forze dell’ordine. Almeno fino alla gara con il Napoli.
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