rassegna stampa

Roma al lavoro ma Pjanic è ko. Tifosi assenti

(Corriere dello Sport-R.Maida) Il cielo di Trigoria è grigio quando la Roma entra in campo per la settimana di allenamenti più complicata dell’anno. Fuori, mentre Luis Enrique prova ad accendere le motivazioni dei calciatori, c’è la polizia.

Redazione

(Corriere dello Sport-R.Maida) Il cielo di Trigoria è grigio quando la Roma entra in campo per la settimana di allenamenti più complicata dell’anno. Fuori, mentre Luis Enrique prova ad accendere le motivazioni dei calciatori, c’è la polizia.

 

Tifosi, zero. Ma proprio nessuno. Zero letterale. Anche l’atmosfera quindi è grigia, fredda, crepuscolare. Dal punto di vista dell’ordine pubblico è una buona notizia, se si ricorda che la società aveva allertato la Digos temendo una robusta contestazione dopo il secondo derby perso. Dal punto di vista del tifo, è un segnale ambivalente: o la gente si è staccata emotivamente dalle vicende della squadra, oppure la cura culturale voluta da Baldini ha superato a pieni voti un altro test cruciale. Meglio così, alla fine.

I PRECEDENTI - In ogni caso, Luis Enrique esce rafforzato da questa giornata di silenzio. Aveva assicurato di essere pronto a farsi da parte se ci fosse stata ostilità dell’ambiente. Ma al momento, almeno nelle sue manifestazioni più plateali, il dissenso non si avverte. Certo, i tifosi sono delusi e stanchi: basta leggere i blog, o ascoltare le radio per rendersene conto. Non tutti vogliono continuare con questo allenatore (anzi, ormai i romanisti sono divisi a metà) ma nessuno si lamenta in maniera forte o, peggio, criminale.

L’ultima volta, nella Roma, avvenne nel primo autunno di Ranieri, dopo una sconfitta a Udine: a Trigoria lanciarono bombe carta. Altri tempi di un’altra Roma. A Luis Enrique invece la gogna è toccata solo a dicembre, in occasione della trasferta di Firenze, sia durante la partita che al rientro alla stazione Termini, ma non è successo niente di grave: tutto è rimasto contenuto in comportamenti decenti.

CIAO MIRALEM - Intanto, il capo ha parlato alla squadra ripetendo di essere soddisfatto dell’atteggiamento visto nel derby. (...) Per questo Luis Enrique ha chiesto ai giocatori di riprendere subito la marcia, per meritare almeno un posto nell’Europa League. E’ ancora scosso da Roma-Lazio ma non distrutto. Se il collega Bortolo Mutti ha promesso di accontentarsi del pareggio ( «Non lo butterei via » ha detto ieri), Luis Enrique si augura di rivedere una Roma vincente già sabato a Palermo. Prima di cominciare l’allenamento, però, ha ricevuto il responso degli esami a cui è stato sottoposto Miralem Pjanic: l’infortunio muscolare alla coscia è serio - lesione di primo grado al bicipite femorale sinistro - e lo terrà fuori gioco per le prossime due partite. Quindi niente Palermo e, a meno di recuperi miracolosi, niente Genoa. Pjanic potrà rientrare a San Siro contro il Milan il 25 marzo.

OCCASIONI - A questo punto, dando per scontato il rientro di Gago dopo la squalifica, la partita di sabato può essere una grande possibilità per Marquinho, che fin qui ha giocato titolare solo a Bergamo e nel secondo tempo del derby ha alternato cose buone ad altre meno buone. Luis Enrique potrebbe rilanciarlo insieme con Kjaer, che sostituirà da qui a un mese e mezzo Juan in difesa. Sono due dei giocatori che la società sta valutando in vista della prossima stagione. Per loro, come per altri, le ultime dodici partite valgono più della classifica. Valgono la Roma.