(Corriere dello Sport) - Sulla posizione di Daniele De Rossi nella Roma, non soltanto quella tattica, nell’ultimo anno e mezzo hanno parlato in tanti. Anche all’interno di Trigoria, a partire dai massimi dirigenti. Normale: prima c’era in ballo il rinnovo del contratto e poi le offerte di alcuni grandi club europei che avevano fiutato la possibilità dell’affare. «Vale più di cento milioni, è fondamentale, non sarebbe sostituibile»: queste le parole pronunciate dal direttore sportivo giallorosso Walter Sabatini a inizio agosto, in quel di Irdning, in Austria. «Abbiamo già rinunciato quest’estate a cederlo e non credo che una partita in panchina possa farci cambiare idea in proposito. Non c’è nessuna necessità economica di cedere il giocatore»: non più tardi di due settimane fa, poco prima di Genoa-Roma, era stato proprio il direttore generale Franco Baldini a provare a chiudere la vicenda.
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Quello che la dirigenza diceva…Sabatini: Un giocatore cruciale, Fenucci: Non ascoltiamo sirene
(Corriere dello Sport) – Sulla posizione di Daniele De Rossi nella Roma, non soltanto quella tattica, nell’ultimo anno e mezzo hanno parlato in tanti.
Anche l’amministratore delegato Claudio Fenucci, a inizio dello scorso mese di settembre, si era esposto sulla vicenda, soprattutto in relazione alla possibilità che De Rossi fosse acquistato dal Manchester City: «In realtà non abbiamo ascoltato molto le proposte e non c’è mai stata da parte nostra la convinzione di portare fino in fondo questa trattativa. De Rossi è un calciatore diverso dagli altri e, prima di valutare una sua cessione, ci avremmo pensato parecchio». Infine, sempre il dg Baldini, sposando e riferendo la linea della proprietà americana, all’inizio della scorsa stagione aveva tenuto a far saper che «De Rossi non si vende, non è oggetto di trattative di mercato nella maniera più assoluta. Non attiveremo trattative per lui...».
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