rassegna stampa

Quelli che non smettono mai di vincere

Mandiamola pure negli Stati Uniti questa squadra. Ma non troppo.

Redazione

Mandiamola pure negli Stati Uniti questa squadra. Ma non troppo. Ad allenarsi, a giocare con le pupille di un pubblico abituato ad altri palloni e ad altre traiettorie e pronto quindi a lasciarsi afferrare allo stomaco da un dribbling di Gervinho, non così diverso da una spazzolata del baseball.

Va bene anche la proprietà americana con una mano sul cuore e l’altra sul portafogli. Ma se mandassimo la Roma a giocare laggiù, persino lo sfavillante avvio di stagione che tremare fa l’Italia rischierebbe di passare per normale come sottolinea il Corriere dello Sport.

A paragone, per esempio, delle 33 vittorie consecutive dei Lakers, primato assoluto per gli sport professionistici di laggiù, i più reputati al mondo, i più spettacolari al mondo. A Los Angeles non era ancora il tempo dello Showtime, Kareem Abdul-Jabbar sbracciava e sganciava a Milwaukee e neppure era cominciata la sfida costa a costa con Boston, la squadra favorita di James Pallotta.

Era una Los Angeles sgraziata e feroce, in cui Wilt Chamberlain afferrava i rimbalzi senza più curarsi troppo della mira. Vinsero quel campionato, ma non possiamo trarne buoni auspici per la Roma, perché stabilirono il primato dopo aver perso un paio di incontri all’inizio. A essere filologici e fors’anche un po’ pedanti gli Houston Rockets e in tempi più antichi i Washington Capitols sono i veri padroni della serie migliore d’inizio stagione, e a livelli umani: 15 vittorie appena.

Non è detto che chi parte sparato arrivi a braccia alzate. Talvolta tende ad alzare le braccia troppo presto. I Patriots del New England, che i fan sono così affettuosi da chiamare Pats e lo gridano come fosse una gigantesta pacca sulla spalla, hanno messo insieme l’anno perfetto nel 2007. Con 16 vittorie su 16 partite di stagione regolare, due ancora nei play off. Poi arrivando a braccia alzate si sono presi una nasata storica nel Super Bowl: 17-21 contro i New York Giants. Quanto a pure cifre, hanno raggiunto i San Francisco 49ers del 1984 e i Chicago Bears del 1985. Anch’essi 18 vittorie e una sconfitta. Vincendo il titolo, però. Senza tanto esagerare con i numeri, i Patriots sono arrivati alla medesima finale con la medesima avversaria nel 2001. Hanno riperso.

In altre discipline, con o senza pareggio, non è poi raro scattare in testa, tenere l’andatura e fermarsi ai box dopo un po’. E’ successo nel baseball agli Atlanta Braves e ai Milwaukee Brewers. Nel calcio accade di meno, soprattutto se si riesce a convincere gli altri della propria invincibilità e a spargere il panico. Il Benfica detiene il record europeo di vittorie consecutive in campionato: 29, delle quali 23 nella lega portoghese 1972-73 ovviamente dominata. Eusebio, pantera che vaga silenziosamente per il campo prima di assalire il pallone, a quell’epoca continua a essere il miglior realizzatore europeo.

Parlando di squadre italiane, per esempio, c'è stata la Simmenthal Milano di Riminucci, Gamba e Vianello, guidata da Cesare Rubini, vince tutte le partite con una media di 18 punti a partita e nel 1962-63 è imbattuta per tutte e 26 le partite del campionato. Visto che nel basket non esiste il pareggio, significa anche che le vince tutte. Esattamente come il Torino allenato da Silvano Prandi nel torneo tricolore di pallavolo 1980-81. Giocavano Bertoli, Zlatanov. Le partite finivano 3-0, solo sette volte 3-1 perché la distrazione è umana. Alla fine di quella stagione decisero che così non si poteva andare avanti e introdussero i play off.

Altri hanno tentato di replicare quei campionati festosi e senza intoppi. Non c’è riuscita neppure Siena, scuola di nuovo basket e vincitrice di sette scudetti in fila. Sono passati trenta o quarant’anni, il potere assoluto e il non averlo logorano, si sbaglia con maggiore frequenza.

Una volta si sbagliava fino a un certo punto. la Pro Recco di pallanuoto tra il 1965 e il 1973 mise in fila 153 partite senza perdere. Non c’erano tanti incontri da giocare, sedici, diciotto al massimo, in piscina e non in luoghi istituzionali stava in agguato il Caimano, Eraldo Pizzo. Squadra straordinaria alla quale non riuscì mai il campionato perfetto. Un pareggio a insaporire i nove scudetti consecutivi lo concedeva sempre e gli altri scommettevano tra loro a chi sarebbe toccata la fortuna di ottenerlo