rassegna stampa

Quei maledetti venti minuti

(Corriere dello Sport – S.Di Segni) – Non è solo una questione di numeri, che pure qualcosa raccontano:nei primi venti minuti delle partite, si concentra il 38,5% dei gol subiti dalla Roma. 

Redazione

(Corriere dello Sport - S.Di Segni) - Non è solo una questione di numeri, che pure qualcosa raccontano:nei primi venti minuti delle partite, si concentra il 38,5% dei gol subiti dalla Roma. La statistica riesce perfino a mascherare il problema, certi tabellini ingannano, basti pensare al match con l’Atalanta: la semplice lettura dello score finale tiene nascosta la sofferenza degli uomini di Zeman, mica poca, prima che il sussulto di Lamela e quello di Bradley freddassero le ambizioni dei nerazzurri. Non fidatevi neanche della spartizione totale delle reti incassate, sette nel primo tempo, sei nella seconda frazione di gioco. Le ultime tre uscite dei giallorossi palesano la tendenza: impossibili da rimarginare, i graffi rimediati a Torino contro la Juve, tre nel giro di diciannove minuti; detto della generosità degli atalantini, resta negli occhi la prestazione di Genova e quel primo quarto d’ora da brividi, di cui hanno approfittato Kucka e Jankovic.

TESTA - Non saranno sempre rimonte mozzafiato, ecco perché il boemo ha materiale su cui lavorare: se l’acuto di Totti ha dato la scossa e cambiato la Roma, il difetto sta nell’atteggiamento. Non si tratta di dosare le forze, piuttosto di non perdere colpi (e palloni). Non è una frase fatta, le responsabilità vanno spartite fra i reparti: in quei venti maledetti minuti, i giallorossi sonnecchiano da capo a piedi. Il banco degli imputati non è un’esclusiva della difesa, anzi: nelle ultime due partite Castan e il giovane Marquinhos si sono adoperati per limitare i danni nello spezzone di riferimento, nel complesso sono stati tra i migliori. E se in passato Stekelenburg ha portato sulle spalle il peso della responsabilità, non è il caso degli ultimi tempi. (...)

MECCANISMI - Forse sono solo sbalzi zemaniani, l’equilibrio è un concetto affascinante nel gergo boemo, metterlo in pratica probabilmente significa infilarsi alle spalle dell’avversario dal primo all’ultimo minuto: non è un giochetto da ragazzi, richiede tempo. Le due pause legate alle qualificazioni per i mondiali brasiliani da questo punto di vista non hanno aiutato: i meccanismi del 4-3-3 probabilmente avranno risentito degli uomini sottratti dalle nazionali alle esercitazioni. (...)

STRISCIA - A proposito di costanza, contro l’Udinese la Roma cerca un tris di successi che manca in campionato dal 8 gennaio scorso: la Roma di Luis Enrique conquistò 9 punti tra la trasferta di Napoli e il primo impegno del 2012, in casa contro il Chievo; in mezzo, il recupero della prima giornata contro il Bologna, giocato il 21 dicembre. (...)