(Corriere dello Sport-F.M.Splendore) La Roma accorcia. E Luis Enrique sembra quasi guardarla incuriosito per quel che potrà fare in questo decisivo scorcio di campionato che manca.
rassegna stampa
“Roma in Champions? Così si”
(Corriere dello Sport-F.M.Splendore) La Roma accorcia. E Luis Enrique sembra quasi guardarla incuriosito per quel che potrà fare in questo decisivo scorcio di campionato che manca.
Champions League, perché no. Chi temere più di tutti nella corsa a questo obiettivo? «La Roma», è la disarmante risposta del suo tecnico. Forse è un sottile gioco psicologico per tenere sulla corda i suoi fino alla fine. Perché, Luis Enrique lo dice, se si vuole provare a rimontare questo terzo posto «una Roma lucida come quella che ha battuto il Novara può farlo» . (...)
COMPLIMENTI -«Quella con il Novara era una partita difficilissima - dice Luis Enrique - Sarebbe stato facile distrarsi e invece il Novara è una squadra che veniva da risultati positivi e non prendeva gol da 270 minuti. E poi l’orario, il caldo, quel gol preso. Io alla fine devo fare i complimenti ai ragazzi, la squadra ha fatto quello che doveva. Tutti bravi: Gago è tatticamente prezioso, lo sappiamo, Marquinho è un grande rinforzo di gennaio, Perrotta è entrato in un nomento delicato, Fabio ha fatto gol, Cote (Josè Angel, ndr) cresce tantissimo e non dimenticate che è giovanissimo, Rodrigo ha personalità, Daniele ha fatto vedere l’esperienza che ha, anche se è vero che Kjaer gli ha dato una grossa mano. Avrei voluto un gol di Francesco, peccato. Osvaldo ha fatto bene, il gol, l’assist, movimenti che hanno messo in difficoltà l’avversario: a lui dobbiamo chiedere sempre di più»
Era una Roma ridisegnata in emergenza, con i centrali di difesa da inventare e con un centrocampo che, già privato di De Rossi arretrato accanto a Kjaer, ha perso anche l’apporto di Pjanic che non è nemmeno andato in panchina. Quel gol che ha messo tutto in salita... «Forse abbiamo sofferto troppo dietro, questo può essere vero. Il calcio non è una scienza esatta, non so spiegare il perché di certi gol. Situazioni di gioco che si ripetono? Io rispondo che tutto avviene in pochi secondi, bisognerebbe valutare la percezione dei giocatori in campo di certe situazioni. E poi esistono gli altri, con la loro qualità. Noi dobbiamo continuare a crescere, questo è il nostro obiettivo dal primo giorno che sono qui. Alla fine stavolta abbiamo fatto cinque gol a una squadra che non ne prendeva da un po’: e che era molto chiusa dietro» .
LA RINCORSA -Il terzo posto è più vicino, inseguirlo è un sogno, un dovere, un traguardo, cosa? «Noi siamo lì, non troppo distanti da chi ora è in zona Champions: vuol dire che non abbiamo fatto poi così male, oppure che hanno fatto male tutti. Io dico che se la squadra mantiene questa lucidità può fare al meglio questo sprint, può puntare al terzo posto. Intanto, provarci è l’obbligo che abbiamo. Ripeto, se la squadra è lucida come l’ho vista perché non si può andare a Lecce e provare a vincere? Poi avremo due partite in casa, uno scontro diretto con l’Udinese e la gara con la Fiorentina. Sul piano della regolarità non abbiamo fatto una grande stagione, però siamo più o meno lì, con gli altri. Mancano otto giornate, mantenendo questa lucidità si può fare».
BOJAN E LAMELA - Si è rivisto Bojan. E si è rivisto bene. Merito della panchina? «No, non si tratta di quello, tutto dipende sempre dal fatto che sono io a fare le scelte e il mio obiettivo è farle per il bene della squadra. Tutti i giovani hanno bisogno di imparare tanto: Bojan, Lamela... Stavolta ha iniziato Bojan, ma sono contento che abbia fatto gol anche Erik» . Chiarisce anche un aspetto tattico riferito alla posizione di Bojan prima e Lamela poi? «Il doppio trequartista? No, non era questo il messaggio: se a turno si sono messi più vicino a Totti è perché può essere naturale per un attaccante, quando affronti una squadra chiusa, cercarti lo spazio partendo dalla seconda linea. Tutto lì» . E ora sotto con il Lecce. Lucidi, con il terzo posto nel mirino.
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