rassegna stampa

“Eto'o preferiva la Roma”

(Corriere dello Sport-G.D’Ubaldo) Ernesto Bronzetti, Bruno Conti ha rivelato ieri nell’intervista al nostro giornale che Eto’o fu vicinissimo alla Roma

Redazione

(Corriere dello Sport-G.D'Ubaldo) Ernesto Bronzetti, Bruno Conti ha rivelato ieri nell’intervista al nostro giornale che Eto’o fu vicinissimo alla Roma

e che andò a casa di Pradè a trattare il suo trasferimento in giallorosso. Lei ne sa qualcosa? «So tutto. Ho propiziato io quell’incontro». Ha voglia di parlarne? «Beh, ormai è passato un po’ di tempo, posso farlo senza creare imbarazzo a nessuno».

Allora cominci «Erano i primi di luglio del 2009, esattamente domenica 5 luglio. Eto’o era in rottura con Guardiola, non poteva più restare al Barcellona. Lo avrebbero dato via anche in prestito. E lui, attraverso il suo procuratore, mi disse che voleva venire alla Roma. Sapeva che avevo buoni rapporti con la società giallorossa».

E quindi? «Organizzammo questo incontro nella residenza estiva di Daniele Pradè, allora direttore sportivo della Roma. Una villa a Marina di San Nicola che si affaccia sul mare. Andai all’aeroporto di Fiumicino a prendere Eto’o e l’agente, Josè Maria Mesalles e insieme raggiungemmo San Nicola in poco più di mezz’ora. Pradè ci accolse con tutta la famiglia, la moglie, i suoceri. Prepararono un grande pranzo in giardino a base di pesce e bevemmo champagne.(...) Mesalles ne va matto».

Veniamo al dunque «Parlammo per almeno tre ore del trasferimento di Samuel alla Roma. Il problema però era l’ingaggio. Al Barcellona guadagnava nove milioni di euro, per venire avrebbe rinunciato a qualcosa, sarebbe sceso a sette e mezzo, premi compresi. I dirigenti della Roma vacillarono, si presero due giorni di tempo e poi ci dissero che non ce la facevano. Quell’ingaggio avrebbe rotto gli equilibri interni alla squadra, era di molto superiore a quello di Totti. Eppure il capitano era entusiasta. Mi disse personalmente di far venire a tutti i costi l’attaccante. Non so se fu sincero...».

Eto’o sarebbe venuto volentieri alla Roma? «Di corsa. Era innamorato della Roma e di Roma. A Samuel piaceva come giocava la Roma di quegli anni con Spalletti, anche se dopo poco arrivò Ranieri. Sembrava che fosse fatta, poi qualcuno si mise di traverso. Non so se fu l’allenatore di allora. Io ero stato autorizzato dal Barcellona a trattare il trasferimento dell’attaccante. Ma ricordo che Rosella Sensi voleva fortemente questo acquisto. Per la Roma sarebbe stato un grande colpo, avrebbe fatto il salto di qualità e avrebbe potuto vincere lo scudetto, che sfiorò anche quell’anno. La Sensi la sento spesso, ancora oggi». Lei negli anni passati ha fatto molte operazioni con la Roma «Anche quest’anno ho portato Gago». Torniamo ad Eto’o «Quando andammo a San Nicola era strafelice, era convinto di venire lì, con entusiasmo. Parlò in termini molto positivi della Roma con Pradè. Era sicuro di potersi inserire alla grande in quel contesto di gioco. Vi posso dire di più: avrebbe preferito cento volte la Roma all’Inter, dove finì in seguito nell’ambito dell’operazione Ibrahimovic. Conosceva personalmente Totti, De Rossi e Juan, ma aveva anche una grande considerazione della società, dell’ambiente, dei tifosi». Prendeste precauzioni per non essere scoperti durante il pranzo a Marina di San Nicola? «No, nessuna in particolare, Eto’o non si preoccupò di essere riconosciuto. Entrammo dal giardino e non ci vide nessuno. Mi colpì molto l’entusiasmo che aveva il giocatore. Impazziva dalla voglia di giocare con la Roma».