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Pulvirenti:«Montella resta Voglio rispetto»

(Corriere dello Sport – A.Maglie) «La perdita di Montella sarebbe un danno incalcolabile perciò non prendo in considerazione l’ipotesi».

Redazione

(Corriere dello Sport - A.Maglie) «La perdita di Montella sarebbe un danno incalcolabile perciò non prendo in considerazione l’ipotesi».

Più chiaro di così Nino Pulvirenti, presidente del Catania, non potrebbe essere. Stasera al Massimino «ultimo giorno di scuola» con una sfida con l’Udinese che «arbitra» la corsa per la Champions. A poche oreall’ultima partita, le «voci» su un possibile passaggio del vostro allenatore alla Roma. Preoccupato? Infastidito? «Più infastidito che preoccupato. Anzi, soltanto infastidito». Perché «Per due motivi. In primo luogo: il campionato non è finito e tutti noi, allenatore compreso, dobbiamo pensare alla partita. In secondo luogo: Montella è un allenatore sotto contratto. Con lui abbiamo impostato un programma di lavoro che coinvolgeva un biennio agonistico. Il contratto di due anni è stata la logica conseguenza: ecco perché sono ultraconvinto di dover continuare con lui». Il suo fastidio sembra piuttosto profondo... «Guardi, qui ogni anno succede la stessa cosa e sinceramente mi sembra giunto il momento di finirla: Catania non è terra di conquista». Cosa intende dire? «Noi puntiamo su un allenatore, semmai un tecnico che altri non hanno preso in considerazione o che hanno pure avuto e poi hanno deciso di lasciar andare via. Una volta che noi lo abbiamo fatto crescere, questi club si presentano infischiandosene del fatto che l’allenatore in questione è sotto contratto e provano a forzare la mano. Non lo accetto. Trovo questi comportamenti poco corretti da un punto di vista sia sportivo che etico».

Ha parlato con Montella? «No». Quando lo farà? «Avevamo fissato un appuntamento dopo la fine del campionato. Archiviata la gara di domani sera ci incontreremo e parleremo del futuro». Cosa prevede il futuro? Quali sono i programmi del Catania? «Mi sembra evidente che il nostro obiettivo di partenza sia la salvezza. D’altro canto il campionato, anche quest’anno, ha dimostrato che nella lotta per non retrocedere alla fine vengono coinvolte undici, dodici squadre. Conclusione: dobbiamo salvarci continuando a crescere». All’interno di questa crescita come si colloca il progetto stadio? «La crescita a cui facevo riferimento riguarda l’aspetto tecnico. Lo stadio fa parte di un altro capitolo, quello della crescita infrastrutturale». A che punto siete? «Noi le procedure le

Il massimo dirigente stoppa l’ipotesi di un ritorno alla Roma dell’Aeroplanino: «Ogni anno la stessa storia, non siamo terra di conquista. Certi sussurri sono poco etici con il campionato ancora in corso»

abbiamo avviate, a questo punto tutto dipende dal varo della legge che giace in Parlamento e che, a quanto dicono, potrebbe essere approvata in breve tempo». Dal momento dell’approvazione della legge? «Direi che per la costruzione sarebbero sufficienti due anni». Tornando alla crescita tecnica... «Bisogna lavorare su diversi fronti. Tanto per cominciare, dobbiamo sfruttare tutte le potenzialità che derivano dal nuovo centro sportivo che è già perfettamente funzionante. Poi dobbiamo investire come abbiamo fatto sino ad ora sui giocatori e sui tecnici. Ecco perché prima dicevo che la perdita di Montella configurerebbe per noi un danno incalcolabile». Presidente, domani sera l’arrivederci al campionato. Umori? «I bilanci nel lavoro si fanno tutti i giorni ma è evidente che quello più completo si stila dopo l’ultima partita». Il segno del bilancio sembra chiaro... «Decisamente positivo: per come abbiamo affrontato tutte le partite, per la mentalità che abbiamo dimostrato».

Nei piedi dei vostri calciatori domani sera il destino anche di altre tre squadre. «Nel calcio è inevitabile che il risultato di una squadra possa avere conseguenze su un’altra. Ma questo aspetto della questione a me non interessa. Noi dobbiamo chiudere il campionato nel migliore dei modi, raggiungere quota cinquanta punti. Lo dobbiamo alla nostra gente e a noi stessi».

Con l’uscita di scena di Lo Monaco si chiude un’epoca. Più preoccupato o più stimolato? «Stimolato. Non voglio entrare nel dettaglio di una scelta, mi limito a dire che si è chiusa una fase importante per la crescita della società e che se ne apre un’altra. Abbiamo creato una struttura consolidata che continuerà a lavorare. E’ venuta meno una persona, per carità rilevante, ma altri continueranno l’opera. Arriva Gasparin che sarà l’amministratore delegato, Pippo Bonanno amplierà le sue competenze diventando direttore dell’area tecnica e prenderemo un direttore sportivo».