rassegna stampa

Prandelli: “Totti un mito ma andrebbe gestito. La Roma ha mentalità tattica europea”

Ecco un estratto delle parole del Ct azzurro Cesare Prandelli rilasciate sulle pagine del Corriere dello Sport: 

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Ecco un estratto delle parole del Ct azzurro Cesare Prandelli rilasciate sulle pagine del Corriere dello Sport: 

Molti criticano il livello del campionato italiano. Lei cosa ne pensa?

«Abbiamo quattro squadre ai vertici e ognuna sta seguendo una linea, non si fanno condizionare da come giocano, la Juve gioca con la difesa a tre, la Roma e il Napoli a quattro, la Fiorentina cambia, è un segnale bello. Queste quattro squadre dovrebbero rimarcare ancora di più il loro modo di essere».

La Roma fa pressing.

«Sì, le prime quattro squadre italiane lo fanno, le altre no, è ancora poco. E infatti non è mai successo che le prime della Serie A avessero 70 punti sulle ultime».

Qual è la differenza tecnica tra Destro e Immobile? Uno esclude l'altro?

«Mai detto! La differenza è più caratteriale che tecnica. Immobile è più libero mentalmente. Destro è un ragazzo con un talento importante ma le potenzialità non bastano. Vedi Immobile e noti questa generosità, Destro è un po’ una sfinge, ha doti straordinarie ma deve fare qualcosa in più».

Ha mai pensato seriamente di chiamare Totti?

«Quando uno parla di Totti dovrebbe avere una pagina a disposizione solo per lui. Quando lo scorso autunno, ho detto che l’avrei chiamato, lo pensavo davvero perché all’orizzonte non si vedevano giovani di prospettiva. Del resto, ho portato Di Natale all’Europeo e nessuno ci credeva. Ora invece ci sono giovani come Destro, Immobile. Senza pensare che Totti prima dell’infortunio era straripante. Il Totti di adesso è sempre un grande campione ma da gestire... Noi abbiamo sperimentato il Brasile un anno fa ed è stato impegnativo. Devo portare 23 giocatori che abbiano una grandissima condizione, posso pensare a 22 più uno...».

Qual è la situazione di De Sanctis?

«Quando ha deciso di lasciare la Nazionale, gli ho detto, che sei ci fosse stato bisogno, gli avrei telefonato prima del Mondiale. Ora i giovani ci sono».