(Corriere dello Sport - R.Loria) - Da San Basilio a Manchester fino alla maglia della nazionale Under 21, passando per i sei anni vissuti a nel settore giovanile di Trigoria.
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Petrucci: Non ho rimpianti. Cresco con Rio Ferdinand e Giggs e voglio sfondare
(Corriere dello Sport – R.Loria) – Da San Basilio a Manchester fino alla maglia della nazionale Under 21, passando per i sei anni vissuti a nel settore giovanile di Trigoria.
Un percorso lungo e a volte tortuoso, ma Davide Petrucci, capitano della squadra riserve del Manchester United, tornato in questi giorni a Roma per rispondere alla prima convocazione in Under 21 da parte di Ciro Ferrara, non si guarda indietro. Il suo sguardo è ben fermo sugli obiettivi che si è prefissato: convincere Alex Ferguson a dargli una chance con il Manchester United e convincere Ferrara a inserirlo in pianta stabile nel suo gruppo azzurro.
GRAZIE – Un buon primo passo per il raggiungimento di questo secondo obiettivo, Petrucci lo ha fatto ieri, nell’amichevole contro l’Ischia Isolaverde. In maglia azzurra ha trovato anche un paio di ex compagni del settore giovanile giallorosso come Crescenzi e Florenzi. «Sono felice di averli ritrovati. Se siamo in tanti qui a provenire da Trigoria è segno che quello della Roma è uno dei migliori settori giovanili d’Italia» . Nato e cresciuto (anche calcisticamente) a San Basilio, Petrucci a 10 anni arrivò a Trigoria per rimanervi sei stagioni. [...]Tante e sufficienti per far si che il suo trasferimento a Manchester, quattro anni fa, suscitasse scalpore e anche qualche polemica.
AVVENTURA - La Roma gli offrì un contratto al minimo sindacale e non rilanciò quando da Manchester arrivò un’offerta da 120 mila euro a stagione per tre anni. Petrucci decise di partire per l’Inghilterra. Alla Roma non rimase che il premio di preparazione stabilito dalla Fifa e la sensazione di aver perso un sicuro talento. «Non ho rimpianti. Manchester per me è stata una grande opportunità e me la sono voluta giocare. Sto in una delle tre o quattro società più importanti del mondo e il mio obiettivo è quello di esordire e giocare con la maglia del Manchester United» .
CAPITANO – Pensando alla prima squadra intanto Petrucci cresce anche grazie ai consigli di tanti campioni. «Ho un ottimo rapporto con Rio Ferdinand e un altro giocatore che mi ha sempre dato una mano è Giggs. Quest’anno per sei mesi mi ha allenato Scholes e anche da lui ho imparato tantissimo» . Eppure l’avventura a Manchester non è stata tutta in discesa. «I primi sei mesi sono andati alla grande. Ero stato inserito anche nella lista Champions. Poi ho avuto un grave infortunio che mi ha costretto a stare fermo quasi due anni. Ho lavorato duro per tornare e il Manchester ha deciso di mandarmi negli Stati Uniti per fare un lavoro atletico specifico con Michael Johnson» . Di lì in ritorno in campo, la fascia di capitano della squadra riserve e la rinnovata attenzione di Ferguson e di Ferrara. Perché la strada da San Basilio a Manchester è stata lunga, ma i passi più importanti sono ancora da compiere
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