(Corriere dello Sport - G.D'Ubaldo) In un anno e mezzo alla guida della Roma, Claudio Ranieri ha lasciato pochi rimpianti ma risultati difficilmente eguagliabili:
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PERCHE’ AMARE RANIERI Cinismo e fortuna Con lui la Roma era una squadra fatta per vincere
(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) In un anno e mezzo alla guida della Roma, Claudio Ranieri ha lasciato pochi rimpianti ma risultati difficilmente eguagliabili:
ha sfiorato la scudetto alla prima stagione, dopo aver rilevato la squadra dal dimissionario Luciano Spalletti e ha vinto quattro derby su quattro, primatista nella storia giallorossa. Si è dimesso anche lui a febbraio dello scorso anno, dopo l’incredibile sconfitta di Genova, da 3-0 a 4-3, una partita che oggi è finita sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati. La Roma di Ranieri non sapeva fare spettacolo, ma vinceva. Con cinismo e un pizzico di fortuna. Ma vinceva. Fino a giocarsi lo scudetto all’ultima giornata del campionato 2009-2010, quando più di ventimila tifosi giallorossi invasero il Bentegodi, per cullare un sogno. Lo scudetto la Roma lo aveva perso qualche settimana prima, dopo aver scavalcato l’Inter in classifica, in casa contro la Samp, in una delle più belle partite giocate in quella stagione. Passata in vantaggio, la squadra giallorossa si sciolse nella ripresa, fatale fu una violenta lite tra Vucinic e Perrotta, sedata a fatica in campo da capitan Totti. Uno striscione a Verona accompagnò quella fantastica illusione: «Chi tifa Roma non perde mai».
Qualche mese fa all’Olimpico è stato esposto un altro striscione: «Mai schiavi del risultato». Un divergente modo di praticare la cultura del tifo. Ranieri ha riportato la Roma nell’elìte del calcio europeo, riuscendo tra l’altro nell’impresa di battere il Bayern Monaco all’Olimpico e nella scorsa stagione se ne andò due mesi dopo aver vinto a San Siro contro il Milan e restituito alla Roma la speranza di rientrare nella corsa scudetto. Per rinforzare la squadra, che aveva sfiorato il titolo pochi mesi prima, chiese solo la conferma di Burdisso. Si ritrovò con Adriano (!) e Borriello, all’ultimo giorno di mercato, due acquisti voluti fortemente dalla società. L’ex milanista ha realizzato gol pesanti, ma in qualche modo ha rotto certi labili equilibri dello spogliatoio.
Comunque nella tribolata stagione scorsa, a questo stesso punto del campionato, Ranieri aveva sette punti in più della Roma di Luis Enrique (che deve recuperare i venti minuti di Catania). Non sapeva più cosa dire ai giocatori che si interrogavano sul futuro, mentre la società passava in mano alla banca. Ha gestito una situazione quasi drammatica, eppure l’ambiente lo ha cancellato in fretta, così come è accaduto a Luciano Spalletti, che prima di lui aveva ottenuto risultati ancora più eclatanti, mantenendo la Roma durante la sua gestione tra le grandi del calcio europeo.
Claudio Ranieri torna oggi per la prima volta da ex all’Olimpico. Da romano e romanista proverà un pizzico di emozione. Non sarà facile eguagliare i suoi risultati, ci vorrà del tempo per riportare la Roma in alto.
Ci vorrà del tempo, soprattutto, per ristabilire lo strapotere cittadino che Ranieri aveva imposto durante la sua gestione, diventando uno spauracchio per la Lazio e la sua gente. Difficile dimenticare i suoi risultati. Ecco perchè oggi dagli spalti non mancheranno gli applausi.
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