Sul Corriere dello Sport oggi in edicola, in un articolo a firma Piero Torri si possono intravedere possibili scenari per l'entrata di un nuovo socio nell'AS Roma.Si tratta di un magnate arabo che James Pallotta ha incontrato in una sala vip dell'aeroporto di Ciampino. L’Embraer 135, sigla A6GCC, jet privato, compagnia Gama Aviation, sede Abu Dhabi, in pratica la compagnia della famiglia reale del posto, trentasette posti comodi che più comodi non si può, motori Rolls Royce giusto per sottolineare che chi ce l’ha è uno di quegli uomini che non devono chiedere mai, costo che a un comune mortale non basterebbero cento vite per garantire solo l’anticipo, ha toccato terra, aeroporto di Ciampino, poco dopo le quindici, a meno di sei ore dal fischio d’inizio di un Roma-Napoli mai così Roma-Napoli.
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Pallotta incontra il magnate arabo Al-Hamed: affari o può essere un nuovo socio?
Sul Corriere dello Sport oggi in edicola, in un articolo a firma Piero Torri si possono intravedere possibili scenari per l’entrata di un nuovo socio nell’AS Roma.
A bordo dell’aereo, il proprietario, Hamed Bin Ahmed Al-Hamed, 47 anni, membro della famiglia reale, presidente del fondo degli Emirati Arabi Al Qudra , in sintesi uno dei più importanti e ricchi del mondo. Con lui, come è solito fare quando si sposta in giro per il mondo, il cuoco, il personal trainer, il maggiordomo personale, la scorta, alcuni stretti collaboratori.
E allora, direte voi? Allora c’è il fatto che, ad attenderlo già da una manciata di minuti nella riservatissima saletta vip (parola insopportabile per quel che ci riguarda, ma così è chiamata, non possiamo farci niente) c’era James Jimmy Pallotta, presidente della Roma, anche lui con quattro-cinque collaboratori della Raptor, l’hedge found che ha fatto la sua fortuna, tra questi Alex Zecca, grande amico da tempo del numero uno giallorosso, oltre che consigliere molto ascoltato e da sempre vicino all’imprenditore americano nella vicenda Roma calcio. E non solo perché da italo-americano parla la nostra lingua che magari noi l’inglese.
L’imprenditore arabo è entrato nella saletta vip da solo, lasciando la scorta e i suoi collaboratori all’esterno, per incontrarsi con Pallotta e l’entourage dell’americano colorato di giallorosso. Una chiacchierata non proprio mordi e fuggi, una novantina di minuti, sì, più o meno il tempo di una partita di calcio, in cui non crediamo di azzardare immaginando che si sia parlato d’affari. Quali affari, perdonateci, al momento non ci è dato sapere, anche se qualche idea uno se la può pure fare, comunque affari. E pure con tanti zeri considerando la solidità economica dei protagonisti.
Alle sedici e venti minuti, Hamed Bin Ahmed Al-Hamed e James Pallotta si sono calorosamente salutati. L’imprenditore americano è tornato nel suo albergo romano prima di trasferirsi all’Olimpico per godersi la sua Roma che da capolista e sempre vincente ha affrontato il Napoli. Lo sceicco (sì sceicco anche se dopo quello che è successo qualche mese fa, facciamo un pizzico di fatica a usare nuovamente la parola) è risalito sul suo jettino da straricco e alle sedici e trentacinque è decollato, con tutto il suo entourage, alla volta di Ginevra.
Questi i fatti, verificati e verificabili. Visti i precedenti (ricordate lo sceicco perugino da due camere, cucina e bagno, per esempio?), meglio andarci cauti per non rischiare, perlomeno, le ire della Consob, l’ente che controlla la Borsa. Magari l’incontro tra i due imprenditori è stato relativo solo a qualche investimento da perfezionare nel fondo Raptor. Oppure, magari..
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