Gli uomini di Garcia questa sera scendono in campo per giocare contro il Cagliari, ma fuori dal campo c'è un'altra partita che si sta giocando tra i soci azionisti della Roma. In molti hanno sempre sostenuto il difficile connubio tra Unicredit e la cordata americana guidata da James Pallotta. Lo evidenzia anche oggi il Corriere dello Sport parlando di una unione contro natura tra due visioni del mondo differenti, due lontanissime concezioni degli affari, e come tale sta finendo. Sembra che stia finendo, perché il rapporto che ha salvato la Roma, il contraddittorio e sempre turbolento relazionarsi tra la banca Unicredit e il finanziere statunitense di origini italiane James Pallotta, è in fin dei conti simile a un milione d’altre alleanze mercantili tormentate da confronti feroci e improvvisi periodi di pace.
rassegna stampa
Pallotta e Unicredit scontro finale
Gli uomini di Garcia questa sera scendono in campo per giocare contro il Cagliari, ma fuori dal campo c’è un’altra partita che si sta giocando tra i soci azionisti della Roma.
Ieri le prime scintille con il presidente della Roma che accusa la banca di far uscire informazioni errate. La posta in palio è il futuro del club. Parole pesanti come sassi.
E’ pesantissimo il comunicato rilasciato ieri dalla Roma e firmato James Pallotta, presidente della medesima. «Contrariamente a recenti notizie riportate non ci sono negoziati in corso tra noi e potenziali investitori cinesi. Siamo continuamente costernati per la diffusione da parte di Unicredit di sciocche e imbarazzanti informazioni false sui media. Questo è vergognoso e fa male a me, alla nostra squadra e ai nostri tifosi. Chiunque sia coinvolto in questo tipo di attività deve essere ritenuto responsabile per eventuali danni causati al nostro club dentro e fuori dal campo e dovrebbe chiedere scusa ai nostri tifosi. Forza Roma!» .
Per chiarire: quando Pallotta detta «noi» si riferisce alla Neep, holding che detiene le azioni della Roma non lasciate fluttuare sul mercato e che corrispondono al 78,038% del valore totale della società. Della Neep, Pallotta e i suoi amici custodiscono il 69% e Unicredit il 31% rimanente.
La banca sta cercando di vendere la sua quota, in tutto o in parte, e allo scopo è in trattativa, sembra piuttosto avanzata, con il gruppo cinese Hna, che fa capo a Chen Feng: aviazione civile, turismo, proprietà immobiliari e altre cosucce del valore totale di 43 miliardi di euro.
Un’azienda molto più grande della Raptor di Pallotta, quindi un socio estremamente ingombrante e ancor di più se alleata con Unicredit. Pallotta difende di conseguenza il suo ruolo preminente nella gestione della Roma. E rimprovera a Unicredit di non averlo informato della trattativa, di aver appreso quel che stava accadendo dai giornali e accusa la banca neppure tra le righe di lasciar trapelare notizie per qualche scopo poco lodevole.
Se si guarda appena più in là delle prossime settimane quel che s’intravvede è la fine magari lenta e graduale di una coabitazione forzata balbettante sin dall’inizio e destinata a chiudersi più o meno silenziosamente. Oggi i contendenti si sentiranno e stabiliranno una linea di buona educazione. A nessuno conviene spingere la Roma nelle sabbie mobili.
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