(Corriere dello Sport - S. Di Segni) - L’ultima volta che incrociarono i tacchetti furono dolori per la Roma: affondata nel punteggio, 4-1 a Bergamo per l’Atalanta, provata nello spirito. Pablo Daniel Osvaldo non rinunciò a distinguersi nella disfatta: provocato e frustrato, rifilò un bel calcione a Cigarini e finì sotto la doccia al 54’ del secondo tempo. Ma quella strana domenica, era il 26 febbraio scorso, passerà alla storia per l’esclusione di Daniele De Rossi, a seguito di un ritardo alla riunione tecnica che precedeva la partita: l’alunno prediletto di Luis Enrique finì dietro alla lavagna in nome del codice etico imposto dall’asturiano con l’avallo dei dirigenti, la lezione costò cara ai giallorossi, ma evidentemente fu assorbita bene dal centrocampista, se a distanza di parecchi mesi confesserà di essere «molto dispiaciuto dell’addio» dello spagnolo, «un grandissimo allenatore, con il quale c’era totale sintonia sia calcistica sia umana» . Acqua passata.
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Osvaldo-De Rossi ricordate l’Atalanta?
(Corriere dello Sport – S. Di Segni) – L’ultima volta che incrociarono i tacchetti furono dolori per la Roma: affondata nel punteggio, 4-1 a Bergamo per l’Atalanta, provata nello spirito.
L’italoargentino e Capitan futuro per certi versi domenica incarneranno la ricerca del riscatto, due volti per un manifesto: c’è un precedente da cancellare e una squadra da ricollocare su altri binari. L’attaccante è reduce da un fastidio muscolare riportato durante la sfida contro la Juve: le sue condizioni sono in netto miglioramento. Sabato, a Torino, pur andando a segno su rigore, si è adeguato alla pessima vena dei compagni: i numeri rispetto alla stagione scorsa sono prepotentemente dalla sua parte, tre gol in altrettante partite in campionato, ma Osvaldo sente già l’esigenza di dare una rinfrescata allo score.(...)
Ieri Zeman lo ha separato da Totti, Destro e Lamela nella partitella in famiglia, dove peraltro il numero nove è andato a segno: è ancora presto per stabilire se il boemo voglia tenerlo a riposo contro l’Atalanta, la panchina è una soluzione che la punta digerirebbe a fatica, quella più probabile lo vede ancora al centro dell’attacco. Osvaldo si sta avvicinando all’appuntamento con una buona dose di rabbia. Ieri il sentimento è sfociato in un tweet in cui il giocatore tentava di smentire qualunque battibecco con Lamela al termine di Juve-Roma: «E basta con questa storia che ho litigato con Lamela! Ma non è vero! Mo mi so rotto!» , il cinguettio pubblicato nel primo pomeriggio. Ha ragione Pablo Daniel, se intende che il confronto con l’amico argentino non abbia intaccato il rapporto e che non sia sfociato in una lite simile a quella di Udine: ma uno scambio di opinioni è evidente che ci sia stato.
Con Osvaldo, De Rossi condivide la stessa necessità di mettere da parte le parole e tornare a far parlare il campo: la prestazione e le frasi pronunciate nella pancia dello Juventus Stadium non hanno lasciato indifferente la piazza, dopodomani avrà l’opportunità di chiarire (o, perché no, rettificare) i concetti sul rettangolo di gioco. Dal canto suo non ha fatto mistero, di fronte alle telecamere, di essere deluso dalla squadra e dalle proprie prestazioni: quattro, finora, tutte al di sotto della sua fama. Ora l’appuntamento di domenica si porta dietro un dubbio: Zeman continuerà ad impiegarlo nel ruolo di interno? O verrà restituito al centro? Nelle ultime ore sta prendendo quota la seconda soluzione, per quanto il diretto interessato non abbia mai svelato segni di insofferenza a proposito: «Gioco più o meno nella posizione che ho occupato all’Europeo, nel quale sono stato abbastanza bravo. Quindi quello non è un problema» . (...)
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