(Corriere dello Sport-R.Maida)Lo ha promosso anche il capo, dopo il campo. Dopo tanti dubbi e tante chiacchiere, Maarten Stekelenburg ha convinto Zeman e la Roma. Meno male che non ha convinto Villas Boas e il Tottenham. Fino alla chiusura del mercato, la questione del portiere era rimasta in sospeso. Perché l’allenatore stimava anche Lobont e perché la società aveva bisogno di cedere un giocatore per recuperare l’equilibrio finanziario. (...)
rassegna stampa
Ora c’è Stek Goicoechea può aspettare
(Corriere dello Sport-R.Maida) Lo ha promosso anche il capo, dopo il campo. Dopo tanti dubbi e tante chiacchiere, Maarten Stekelenburg ha convinto Zeman e la Roma.
IL TOP- A San Siro, proprio dove lo scorso anno di questi tempi aveva incassato un calcio in testa da Lucio finendo in ospedale, Stekelenburg ha giocato la migliore partita con la maglia della Roma. E’ significativo che quattro-cinque compagni gli siano saltati al collo al fischio finale di Bergonzi: ne riconoscevano i meriti. Nessuno dubitava delle sue qualità, anzi in molti nella scorsa stagione notavano che Stekelenburg in allenamento faceva parate pazzesche. Ma poi tutti convenivano che il titolare della nazionale olandese, pagato 6,3 milioni più bonus all’Ajax, avrebbe dovuto salvare e non penalizzare la squadra anche in partita. A parte un miracolo su Meggiorini a Novara e una bella respinta su Zahavi in Roma-Palermo, il suo campionato è stato in linea con quello della squadra: scadente. Con una coda anche sgradevole, perché dopo la seconda espulsione consecutiva di Bergonzi, il 25 aprile allo Juventus Stadium, Stekelenburg è uscito di scena: sentiva dolore alla spalla da molti mesi e, con gli Europei alle viste, concordò con i medici un periodo di break che durò fino al termine del campionato.
LA RIPRESA- Gli Europei poi non sono andati bene, né per lui né tantomeno per l’Olanda. E giusto per mantenere il cattivo umore, una volta raggiunta la Roma, Stekelenburg si è di nuovo infortunato a una coscia. Non era proprio in forma tanto che a metà agosto, in nazionale nell’amichevole contro il Belgio, ha combinato disastri e si è beccato le critiche pubbliche di Van Gaal, il nuovo ct. Una maledizione, sembrava. Però poi, quando Zeman ha provato per la prima volta la squadra titolare, ha mandato Lobont in panchina e puntato sul portiere più quotato. Era il 19 agosto, amichevole con l’Aris Salonicco, e il mercato impazzava. Il suo futuro è rimasto in discussione per un’altra settimana, senza che Zeman chiarisse cosa stesse succedendo nella sua testa: «Ho due portieri bravissimi, due nazionali, posso scegliere senza problemi» . Ha scelto. Al debutto contro il Catania, rassicurato dai dirigenti sul fatto che la trattativa con il Tottenham era fallita e che il giocatore ceduto sarebbe stato Bojan, l’allenatore ha lanciato Stekelenburg.
RISULTATI- Domenica si è capito perché. Se la Roma è uscita tra i cori dei suoi mille tifosi, è stato anche grazie alla prontezza del suo portiere. Che finalmente ha accettato di cambiare le proprie abitudini, giocando molto fuori dai pali come gli aveva chiesto anche Luis Enrique, da difensore aggiunto. L’uscita su Milito che volava verso la porta, sullo 0-0, è stata eccezionale per velocità, tempistica e pulizia dell’intervento. Ma anche i due tuffi su Sneijder, uno nel primo e uno nel secondo tempo, e la parata bassa su Guarin a inizio ripresa quando l’Inter spingeva forte, hanno orientato la partita verso la strada giusta. Una grande (ri)scoperta per la Roma, che adesso è molto felice di aver trattenuto a Trigoria l’uomo che (parole di Sabatini) «risolverà il problema del portiere per molti anni» . E il giovane uruguayano Goicoechea, comprato nell’ultimo giorno di mercato? Dovrà aspettare con pazienza il suo turno. Tra l’altro era atteso ieri a Roma ma nessuno l’ha visto. Forse se l’è presa comoda dopo aver visto giocare Stekelenburg.
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