rassegna stampa

Nuovi soci in arrivo E’ urgente tornare a parlare di stadio

I primi due anni dell’era bostoniana sono stati percorsi alla cieca. A tentoni, se vogliamo essere meno radicali. C’era un brogliaccio, un groviglio di appunti spacciati per progetto tecnico, talmente utopistico e confuso da affascinare.

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I primi due anni dell’era bostoniana sono stati percorsi alla cieca. A tentoni, se vogliamo essere meno radicali. C’era un brogliaccio, un groviglio di appunti spacciati per progetto tecnico, talmente utopistico e confuso da affascinare.

Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, adesso la Roma si trova a doversi costruire da zero una credibilità. Non è piacevole. Non conta soltanto quanto una squadra di calcio creda in se stessa, anche se le prime partite stagionali dimostrano quanto questo aspetto sia importante. Conta pure il rispetto che riesce a incutere in partenza agli avversari e persino agli arbitri. Per fortuna basta poco. Basta qualche altra vittoria importante. Il terzo posto, meglio il secondo, questo è vitale. Significa quattro milioni subito dalla Champions League, tre solo per giocare la fase a gironi, una decina insomma più o meno assicurati.

Con l’Europa League, la partecipazione alla quale di per sé vale meno di un milione, naturalmente non ci sarebbe da disperarsi ma neppure da impazzire di gioia.

Sulle maglie manca sempre uno sponsor principale. La Roma cerca un nome che colpisca e una quantità di soldi degna di lei. Naturalmente bisogna mettersi d’accordo sulle proporzioni. Oggi nessuno versa 10 milioni a fondo perduto per bearsi di una scritta sul petto di qualche atleta.