Totti è senza dubbio un calciatore che ogni allenatore vorrebbe avere il piacere di allenare.
rassegna stampa
Numero 1 per tutti ma per Bianchi no
Totti è senza dubbio un calciatore che ogni allenatore vorrebbe avere il piacere di allenare.
Francesco ha avuto nella sua straordinaria carriera una ventina di allenatori e, salvo un’eccezione, è andato d’accordo con tutti. Anzi chi l’ha allenato ha un ricordo di lui splendido, irripetibile e soprattutto, cosa fondamentale, un rispetto che non si concede a tutti. Come ricorda il Corriere dello Sport nell'edizione odierna, l’unico che non capì Totti, fu Carlos Bianchi, arrivato dopo le focose stagioni trasteverine di Mazzone. Totti aveva appena vent’anni, ma era già un talento purissimo e Bianchi provò a mandarlo alla Samp, sia pur in prestito. Totti già a quell’età aveva solo una maglia e le idee chiare: si rifiutò e convinse Sensi definitivamente, segnando due gol all’Ajax, in un torneo natalizio senza storia. Inutile dire che Totti rimase a Trigoria, Bianchi qualche mese dopo tornò in Argentina.
Francesco, per sua fortuna, ha avuto molti allenatori, quasi tutti, migliori di Carlos Bianchi ed è stato abile nell’adattarsi alle situazioni, nell’interpretare più ruoli. Boskov lo fece esordire a meno di 17 anni a Brescia, giusto per segnalare al mondo la nascita di questo campione. Poi ci ha pensato Mazzone a far crescere il ragazzino: bastone e carota, pochi elogi e molti rimproveri, un po’ in campo e un po’ in panchina, pochi riflettori, sino a sottrarlo alle interviste di rito. Superata la breve parentesi argentina con Bianchi, è stato decisivo l’arrivo di Zeman. Il boemo non vincerà mai uno scudetto, ma come maestro di calcio non scherza. Ha fatto di Totti, ancora tenero e fragile.
Luciano Spalletti invece ha segnato la svolta nella carriera di Totti, quando a 29 anni lo spostò centravanti e gli diede lo slancio per proiettarsi verso il record di reti di Silvio Piola.
Oggi, anche Rudi Garcia lo ha messo al centro del progetto. Lo scorso anno Zeman lo invitò a cena prima dell'inizio della stagione e la cosa non venne ben recepita. Il rapporto con il tecnico transalpino nasce nello spogliatoio. Il francese ha capito subito l'importanza di un calciatore del genere e, dopo la rigenerazione di De Rossi e Pjanic, un tale rapporto con il Capitano non può che essere positivo per la Roma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA