Rudi Garcia lo chiama in extremis e Radja Nainggolan si fa trovare pronto, anzi prontissimo.Garcia gli aveva chiesto di correre su e giù fino a trovarsi a suo agio, ruota su te stesso, salta l'uomo e quando non hai il pallone inserisciti.
rassegna stampa
Nainggolan c’è e si vede
Rudi Garcia lo chiama in extremis e Radja Nainggolan si fa trovare pronto, anzi prontissimo.
Ha guardato quello che facevano gli altri, ha tentato di dare un senso a quel pedalare in tondo che Garcia chiede e a non lasciarsi condizionare dalle barzellette che i francesi raccontano sui belgi. L'idea di essere preso in giro lo ha accarezzato per pochi istanti. Poi ha compreso che quello era calcio, un calcio diverso da quello a cui è abituato, un calcio in cui bisogna essere immersi, battezzati quasi. Il disordine massimo, l'entropia non sterile degli schemi di Garcia. Ciascuno al posto di un altro. E lui, dove doveva mettersi?
Garcia ieri pomeriggio gli ha consegnato settanta minuti, forse qualche secondo di meno, quel che serviva per rendersi conto l'uno dell'altro. Prima di uscire Nainggolan si volta a guardare l'erba. Ne voleva un'altra manciata. Ma ormai è qui. E' la sua erba. Più verde, forse, di quella che calpestava prima. Lo scopriremo giocando, obbedendo.
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