rassegna stampa

Matthäus: “Una Roma da Bayern”

Matthäus elogia il mister e le grandi individualità della rosa giallorossa come Gervinho, Pjanic, De Rossi e Totti.

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Lothar Matthäus provava un gusto particolare nel segnare rigori contro la Roma. Specie in coppe varie: nei quarti della Coppa delle Coppe 1985, nel 1991 nella finale di Coppa Uefa. Nella seconda occasione giocava con l’Inter, nella prima con il Bayern Monaco.

Matthäus è un eccellente doppio ex da interpellare allorché il Bayern di Monaco gioca contro qualche squadra italiana. La qual cosa avverrà il 21 ottobre prossimo quando all’Olimpico la squadra bavarese renderà visita alla Roma. Quindi Matthäus è stato interpellato. E ha detto benissimo del Bayern, naturalmente, e molto bene anche della Roma.

Per lui sarà una partita. Una serata a cui partecipare, se possibile. «Da una parte c’è il Bayern, una squadra con pochi punti deboli, con una lunga esperienza in campo internazionale. Tanto è alla base dei risultati che continua a ottenere in tutte le competizioni. Un esempio di gestione da seguire. Dall’altra parte però c’è la Roma». Una realtà tuttora in costruzione, che deve percorrere ancora molta strada prima di intravvedere il livello del Bayern e chissà se ci riuscirà mai. Tuttavia: «La Roma ha Rudi Garcia». Beh, il Bayern ha Guardiola. «Certo. Ma Garcia ha condotto la Roma a giocare un calcio moderno. E non è solo questione di schemi e di movimenti. La Roma dispone anche di grandi individualità».

Vediamo quali. «Gervinho. Pjanic, che dopo l’esperienza di Lione ha conosciuto un ulteriore salto di qualità. Daniele De Rossi. E il grande Capitano». Riesce a pronunciarlo con la maiuscola, dote rara. «Sì, Francesco Totti. Difficile sceglierne uno. Sono tutti giocatori di grande classe, in grado di decidere da soli una partita».

Non che al Bayern manchi qualcosa da quel punto di vista. Arjen Robben, Franck Ribery. Così, giusto per fare due nomi. E Mehdi Benatia, a proposito di ex. Eppure Matthäus è sicuro che la Roma per il Bayern non sarà un’esercitazione. Non lo è stata neppure per il Manchester City, peraltro. Ed è inutile girarci intorno: quella partita ha cambiato la percezione della Roma in giro per l’Europa.